Minacce e ricatti al padre per soldi, lui si suicida
Una vicenda agghiacciante scuote Palermo. Un uomo di 48 anni, G.M., si è tolto la vita a seguito delle presunte pressioni psicologiche e richieste estorsive della figlia sedicenne e del suo fidanzato diciassettenne. L’inchiesta, condotta dalla Procura del tribunale per i minorenni guidata da Claudia Caramanna, ha portato all’accusa di estorsione aggravata e istigazione al suicidio in concorso per entrambi i giovani.
Un piano premeditato per ottenere denaro
Secondo gli inquirenti, tra dicembre 2023 e marzo 2024, i due ragazzi avrebbero orchestrato un piano per estorcere denaro a G.M. Sfruttando il legame affettivo tra padre e figlia, avrebbero formulato richieste di denaro con minacce di violenze fisiche, umiliazioni pubbliche e ripercussioni sociali. I messaggi WhatsApp scambiati tra i due ragazzi, acquisiti dagli investigatori, proverebbero la premeditazione e la natura delle minacce.
Fragilità emotiva e disperazione
Le minacce non si limitavano alla sfera economica. La figlia avrebbe minacciato di abbandonare la scuola, prospettando l’intervento dei servizi sociali e la perdita della figlia per G.M. Inoltre, la coppia avrebbe usato frasi violente come “Ti prendiamo a legnate” e “Ti spariamo”, minacciando anche calunnie e false accuse di violenza sessuale. La giovane avrebbe anche rivelato una gravidanza, chiedendo supporto economico al padre con la minaccia di togliersi la vita insieme al bambino.
Conseguenze devastanti e procedimento giudiziario
Schiacciato dalle continue pressioni e dalle difficoltà economiche, G.M. si è tolto la vita. La tragedia ha avuto ripercussioni devastanti anche sulla madre dell’uomo, parte offesa nel procedimento. L’udienza preliminare è fissata per il 26 marzo davanti al Gup Nicola Aiello. La ragazza è attualmente in una comunità a Catania, difesa dagli avvocati Rosa Maria Salemi e Rosalia Zarcone, mentre il ragazzo, assistito dall’avvocato Salvatore Ferrante, è detenuto al carcere Malaspina. I due giovani, pur essendo maggiorenni al momento del processo, rispondono alla giustizia minorile.