“Un giovane su dieci, in Sicilia sceglie i percorsi di istruzione e formazione professionale, contro una media nazionale più bassa e pari all’8 per cento. Ma mentre molte Regioni consolidano la filiera, nell’Isola il percorso rischia di spezzarsi, perché senza quarte annualità e senza i percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore non esiste un passaggio naturale verso l’alta formazione. Il giovane qualificato finisce per davanti a un vicolo cieco”. È l’allarme lanciato da Federterziario, associazione datoriale che mette in luce i dati di uno studio sullo stato dell’arte del settore.
La sigla ricorda che in Italia la formazione professionale è una delle politiche pubbliche più efficaci, grazie alla quale lavora il 67,7% dei qualificati e il 71,5% dei diplomati, con tassi di inattività vicini allo zero. Aumentano anche gli iscritti con un +534% nel Mezzogiorno. Eppure, proprio mentre l’Italia accelera su competenze tecniche e lavoro giovanile, la Regione Siciliana rallenta. “La Sicilia – prosegue Federterziario – non ha ancora pubblicato l’avviso per le quarte annualità, mantiene una programmazione discontinua e non ha definito una strategia sull’istruzione tecnica e formazione superiore, l’anello essenziale che collega l’istruzione e formazione professionale agli istituti tecnici superiori”.
“Per una Regione che mantiene il primato negativo di tasso di neet più alto d’Italia – spiega il presidente, Antonino Marfia – indebolire il settore dell’istruzione e formazione professionale significa alimentare marginalità, povertà educativa e lavoro irregolare. La politica regionale ha davanti una scelta netta: continuare a trattare la IeFP come un costo da contenere, oppure riconoscerla per ciò che è, un bene pubblico essenziale, capace di generare lavoro vero, competenze tecniche e un futuro concreto per migliaia di giovani siciliani”.



