Allarme West Nile, primo caso diagnosticato al Papardo: “Paziente in isolamento, scattate le procedure a Messina

Primo caso di West Nile a Messina. Un paziente è ricoverato in isolamento all'ospedale Papardo.
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MESSINA – La puntura di una zanzara, poi la febbre alta che non passa per quasi una settimana. Infine, la corsa al pronto soccorso con sintomi preoccupanti: mal di testa lancinante e una rigidità del collo che hanno fatto temere il peggio. Si è conclusa con una diagnosi che accende i riflettori sulla sanità siciliana la vicenda di un paziente messinese, il primo caso accertato di infezione da virus West Nile registrato in città.

L’uomo è attualmente ricoverato in isolamento all’Ospedale Papardo, dove la prontezza e la collaborazione tra diversi reparti sono state decisive per dare un nome alla malattia e avviare tempestivamente le cure.

Tutto è iniziato con sei giorni di febbre persistente a casa. Quando la situazione non migliorava, il paziente si è presentato al pronto soccorso del nosocomio messinese. I sintomi, febbre, emicrania e rigidità nucale, hanno subito messo in allarme i medici, che hanno inizialmente ipotizzato un’encefalite, una grave infiammazione del cervello.

È stato l’intervento del direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive a indirizzare le indagini nella giusta direzione. Grazie a un approccio multidisciplinare e agli accertamenti di laboratorio condotti in stretta collaborazione con l’Unità di Patologia Clinica, diretta dal dottor Giuseppe Falliti, è arrivata la conferma: si trattava di Febbre del Nilo Occidentale (West Nile).

Immediatamente è scattato il protocollo previsto dalle direttive ministeriali. Il paziente è stato posto in isolamento e sottoposto a terapia farmacologica specifica. L’ospedale ha attivato tutte le procedure di sorveglianza per monitorare la situazione e prevenire un’eventuale diffusione del virus, che, è bene ricordarlo, non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di zanzare infette.

Il virus West Nile, un arbovirus originariamente isolato in Uganda, è veicolato in Europa dagli uccelli migratori e trasmesso all’uomo dalle zanzare comuni del genere Culex. Nella stragrande maggioranza dei casi, circa l’80%, l’infezione è completamente asintomatica. In circa il 20% delle persone si manifesta con sintomi lievi e simili a quelli di un’influenza, come febbre, mal di testa, nausea e dolori muscolari. Le complicazioni neurologiche gravi, come meningite o meningo-encefalite, sono rare (meno dell’1% dei casi) e colpiscono principalmente anziani e soggetti con un sistema immunitario già compromesso.

Non esiste un vaccino per l’uomo, e il trattamento è principalmente sintomatico, volto a supportare le funzioni vitali nei casi più seri. Per questo, la prevenzione, che consiste nell’evitare le punture di zanzara, resta l’arma più efficace.

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