Nel corso della pandemia li chiamavano eroi, ora sono oggetto di minacce, offese, e nella peggiore delle ipotesi anche di botte, spintoni, ferite. Sono i medici e gli infermieri e il personale sanitario che ogni giorno si trova costretto a lottare, questo il termine più indicato, per poter garantire un servizio al cittadino. Come detto, da eroi dell’era Covid ora sono trattati con sufficienza, offesi e picchiati. Costa sta succedendo alla sanità pubblica? Tanti gli episodi che confermano la gravità di una situazione ormai al collasso. Ogni giorni sono tanti i casi che non riguardano solo la Sicilia ma anche ospedali del Nord, del Centro e del Sud Italia. Un fenomeno, quello delle aggressioni al personale sanitario che non conosce geografia.
Il paradosso degli eroi dimenticati
Non possiamo più permetterci il silenzio. Dagli applausi scroscianti ai pugni vigliacchi, il passaggio è stato breve, troppo breve. Chiamatelo paradosso, chiamatelo tragedia, ma la realtà è che coloro che hanno affrontato la tempesta Covid, rischiando la propria vita per salvare la nostra, oggi sono bersaglio di violenza e disprezzo. Medici, infermieri, soccorritori: gli eroi di ieri, i dimenticati di oggi. Aggrediti, minacciati, feriti, mentre cercano di fare il proprio lavoro, mentre cercano di curare, di soccorrere, di salvare.
Aggressioni in Sicilia: una realtà quotidiana
In Sicilia sono innumerevoli i casi. L’ultimo è avvenuto oggi. La polizia ha arrestato un 30enne per resistenza a pubblico ufficiale dopo che aveva cercato di aggredire il personale sanitario del Policlinico di Palermo. L’uomo si è presentato in ospedale per richiedere una prestazione sanitaria con atteggiamento aggressivo e violento e ha iniziato a inveire contro gli agenti che non senza difficoltà sono riusciti a portarlo in commissariato. Il giorno prima un soccorritore del 118 è stato preso a testate in via Leonardo da Vinci a Palermo. Era stato inviato insieme ai sanitari per soccorrere una coppia rimasta coinvolta in un incidente non grave in codice verde. I sanitari sono arrivati in zona in dieci minuti e un uomo ha prima aggredito il soccorritore e poi lo ha colpito con una testata provocandogli una ferita che è stata medicata nel reparto di chirurgia plastica. E’ stato necessario inviare una nuova ambulanza per soccorrere il sanitario ferito.
Dall’ospedale Cervello al San Marco: la violenza dilaga
Ancora prima una guardia giurata è stata aggredita questa all’ospedale Cervello di Palermo. L’episodio è avvenuto al pronto soccorso dopo un uomo che era stato preso in carico per una reazione allergica e pretendeva di entrare nel triage, che però risultava occupato. A quel punto la guardia giurata ha provato a fermarlo evitando che entrasse in contatto con il personale sanitario. L’uomo è andato su tutte le furie e ha sferrato un pugno il vigilantes tentando inoltre di colpirlo anche con la barra porta flebo. La guardia giurata è stata soccorsa e ha ricevuto una prognosi di 25 giorni. A Catania un infermiere in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale San Marco è stato aggredito da un paziente che, in preda all’agitazione mentre attendeva le cure, gli ha sferrato un pugno. L’infermiere, soccorso dai colleghi, è stato medicato e giudicato guaribile in tre giorni. Per fortuna, segnala il sindacato Nursind, l’episodio non ha avuto conseguenze gravi. Sono tutti episodi che sottolineano ancora una volta la gravità della situazione nelle prime linee del sistema sanitario.
Misure di sicurezza e supporto per i soccorritori
Ed è notizia di questi giorni che la Seus, società che gestisce il 118 in Sicilia, si sta costituendo parte civile nei procedimenti penali contro gli autori delle violenze ai soccorritori. Un esempio è l’udienza preliminare dell’11 novembre contro un uomo arrestato a Fiumefreddo di Sicilia durante un soccorso a luglio. Inoltre, la Seus garantirà assistenza legale al proprio personale aggredito e segnala alle forze dell’ordine l’interruzione di pubblico servizio causata dai danneggiamenti alle ambulanze. Inoltre sono in arrivo bodycam per i soccorritori, che si aggiungeranno alle telecamere già presenti nelle ambulanze. Inoltre, è in fase di predisposizione un supporto psicologico per il personale aggredito. E ancora, il presidente della Seus, Riccardo Castro, ha chiesto alla prefettura di Palermo di convocare un tavolo tecnico per individuare e attuare misure concrete ed efficaci per contrastare le aggressioni ai soccorritori. Riccardo Castro esprime profonda preoccupazione per la crescente ondata di violenza contro gli operatori del 118 siciliano. Sottolinea l’importanza di affrontare il tema della prevenzione e delle misure di sicurezza per tutelare il personale, in sinergia con le forze del territorio. Castro si rivolge ai sindacati, condividendo i loro appelli per la sicurezza dei soccorritori.
Un grido di dolore che non possiamo ignorare
Dalla Sicilia al resto d’Italia, il grido di dolore del personale sanitario è un’eco assordante che non possiamo ignorare. Cosa sta succedendo alla nostra sanità? Dove è finito il rispetto, la gratitudine, l’umanità? Le bodycam, l’assistenza legale, il supporto psicologico sono solo palliativi. Serve un cambio di rotta radicale, una presa di coscienza collettiva. Bisogna restituire dignità a chi si spende ogni giorno per la salute di tutti noi. Prima che sia troppo tardi. Prima che il silenzio diventi complice di questa barbarie.