“Sex roulette” e sfide sessuali tra minori potrebbero costituire veri e propri reati. Lo afferma il Codacons, che in merito al nuovo allarme sociale scoppiato in Italia presenta oggi un esposto all’Autorità per le Comunicazioni, alla Polizia postale e alle Procure di Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Trapani, Enna e Messina.
“Nell’era della digitalizzazione e del mondo social sembrerebbe essersi manifestata, specie tra la “Generazione Z”, una nuova moda: la “challenge online”, ossia il lancio di sfide diventate virali in rete nelle quali una o più persone si mettono alla prova in una particolare attività, invitando spesso altri utenti a fare lo stesso – scrive il Codacons nell’esposto – Con la diffusione dei social media, la natura di queste sfide è caratterizzata da nuove dinamiche: il pubblico è potenzialmente enorme e coloro che partecipano cercano una visibilità (e accettazione) tramite like e commenti. Ogni sfida online viene “registrata”, produce contenuti e video (a volte di natura violenta) che viaggiano tra i social e il rischio emulazione è molto forte”.
Tra queste sfide quelle a sfondo sessuali sono per il Codacons le più pericolose, generando allarme sociale sotto il profilo della tutela dei minorenni, prevenzione da malattie infettive, tutela della salute, rischio ped******fia, possibili ricadute in termini di violenza minorile, diseducazione rispetto a tematiche come violenza sessuale, sfruttamento dei corpi, aborto.
Condotte che, secondo il Codacons, potrebbero configurare il reato di “Adescamento di minorenni” previsto dall’art. 609 undecies del Codice Penale – che si estende a “qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione” – nonché il fenomeno meglio noto come sex tortion, ossia ricatti sessuali in cambio di denaro.
Per tali motivi il Codacons ha chiesto all’Agcom e alla Polizia Postale “l’adozione di azioni di contenimento, blocco e limitazione idonee ad impedire il caricamento e la diffusione dei video realizzati, e ciò al fine di assicurare il superamento di una situazione di potenziale e certamente grave pericolo e allarme sociale”, e alle Procure della Repubblica siciliane di aprire indagini penali su tali nuovi fenomeni.