L’incidente sulla Palermo-Sciacca, mamma Miriam rifiuta il cibo: “È distrutta”

“Ha il volto tumefatto, è emotivamente a pezzi e rifiuta il cibo” racconta il primo cittadino

Sono partite ieri pomeriggio per il Marocco e la Tunisia le salme di Abd Rahim Gharsallah, il bimbo di 16 mesi, e di Selma El Mouakit, la nipote ventenne, morti nell’incidente stradale avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi sulla Palermo-Sciacca. I genitori della studentessa universitaria, Mustapha e Gina, sono partiti il giorno prima per accogliere la salma della figlia, che verrà inumata in Marocco secondo il rituale musulmano. Su un altro volo per la Tunisia sono saliti invece Miriam Janale e Naceur Gharsallah, i genitori del piccolo Rahim.

Come si legge sul Giornale di Sicilia, ieri mattina, prima della partenza, il sindaco di San Cipirello Vito Cannella è tornato in via Salvato, dove erano state accolte le spoglie delle due vittime, per portare la sua vicinanza a Miriam, che guidava la Fiat Punto che sabato si è schiantata sul guard-rail della statale 624. “Ha il volto tumefatto, è emotivamente a pezzi e rifiuta il cibo” racconta il primo cittadino, che era accompagnato dall’assistente sociale del Comune. Eventuali interventi di sostegno psicologico per Miriam, tuttavia, potranno essere attivati solo con la volontà della famiglia interessata. I due giovani coniugi di origini maghrebine, infatti, sono residenti nella vicina San Giuseppe Jato e vengono seguiti dai servizi sociali di quel comune.

Naceur lavora come cameriere, mentre Miriam contribuisce al bilancio familiare con le vendite on-line attraverso delle dirette su Facebook. Sedici mesi fa avevano vissuto la gioia della nascita del piccolo Rahim. Selma El Mouakit, la ventenne nipote di Miriam, era invece iscritta al primo anno del corso di laurea in Turismo, territori e imprese all’università. Aveva conseguito un diploma all’istituto tecnico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Partinico.

L’incidente le ha spezzato la vita e stravolto quella dei suoi cari, che da quarant’anni vivono nei comuni all’ombra di Monte Iato integrandosi nella comunità. Lunedì scorso un corteo spontaneo, partito da piazza Matrice a San Cipirello, ha percorso via Roma e ha raggiunto via Salvato, dove si trovavano le salme delle vittime. Un gesto che ha commosso i familiari di Rahim e Selma e ha unito nella preghiera cattolici e musulmani in un percorso di circa 300 metri che ha assunto un profondo significato simbolico.

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