Palermo – I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’operazione su larga scala che ha portato all’arresto di 27 persone, accusate di reati che vanno dalla detenzione e porto abusivo di armi, al traffico illecito di rifiuti, al traffico di droga, furto ed estorsione. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP su richiesta della Procura, ha disposto il carcere per 17 indagati, mentre per altri 10 sono stati decisi i domiciliari.
Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia San Lorenzo, si sono concentrate principalmente sui quartieri di San Giovanni Apostolo (ex CEP), Borgo Nuovo e Cruillas, dove è stata scoperta l’esistenza di un sodalizio criminale ben strutturato. Al vertice dell’organizzazione vi era un 34enne, attualmente in carcere, che coordinava le attività illecite insieme ad altri 5 indagati.
Una delle principali fonti di guadagno del gruppo era rappresentata dal traffico illecito di rifiuti. Gli indagati, infatti, raccoglievano e stoccavano oggetti di ferro in un terreno vicino all’abitazione del 34enne, per poi lavorarli e trasportarli, grazie alla complicità di un imprenditore del settore, anch’egli finito ai domiciliari. Quest’ultimo metteva a disposizione i propri mezzi e consentiva la compilazione dei formulari necessari per la vendita del materiale a ditte operanti in Sicilia e in altre regioni, nei settori edile, siderurgico e del trattamento di materiale metallico. Si stima che i guadagni derivanti da questa attività potessero arrivare fino a 50.000 euro mensili.
Ma non solo rifiuti. L’organizzazione gestiva anche quattro piazze di spaccio nei quartieri sopra menzionati, con un’organizzazione piramidale che vedeva al vertice il 34enne e due suoi fidati collaboratori, incaricati di rifornire le aree di spaccio. Marijuana, hashish e cocaina erano le sostanze più vendute, con introiti che potevano raggiungere i 40.000 euro al mese.
Infine, il gruppo si dedicava anche ai furti di auto e alle estorsioni con il metodo del “cavallo di ritorno”. Per ogni mezzo rubato, la banda chiedeva ai proprietari una som