Un’operazione di controllo ad alta tensione nel quartiere Zen 2 di Palermo ha portato a una scoperta tanto anomala quanto inquietante. I Carabinieri, durante un pattugliamento tra gli imponenti palazzoni di via Fausto Coppi, hanno rinvenuto un arsenale insolito: divise complete della Polizia di Stato e decine di cartucce, il tutto occultato all’interno di una canna fumaria sul tetto di un edificio.
Il ritrovamento è scaturito da un’intuizione dei militari. Saliti sul terrazzo condominiale di uno dei padiglioni, hanno notato un gruppo di giovani che, alla loro vista, si è dato immediatamente alla fuga, disperdendosi tra i tetti e le vie del quartiere. Questo comportamento ha insospettito le forze dell’ordine, che hanno proceduto a un’ispezione approfondita dell’area.
L’ispezione ha dato i suoi frutti: all’interno di un condotto fumario, i Carabinieri hanno trovato due sacchetti di plastica. Il primo conteneva ben 22 cartucce calibro 12, munizionamento tipico dei fucili a pompa. Il secondo, ancora più allarmante, nascondeva tre divise complete della Polizia di Stato, specificatamente del corpo della Polizia Stradale, comprensive di giacche, pantaloni, stellette e stemmi ufficiali. Si indaga ora sulla provenienza del materiale e, soprattutto, sul suo potenziale utilizzo in attività criminali, come rapine o falsi posti di blocco.
Il controllo nel quartiere non si è limitato al sorprendente ritrovamento. Nel corso della stessa operazione, i militari hanno inferto un colpo anche allo spaccio di droga, arrestando due persone.
Il primo è un uomo di 64 anni, sorpreso a vendere dosi di **crack** mentre si muoveva in bicicletta tra i vicoli dello Zen, un metodo agile per servire i clienti e tentare di eludere i controlli. Il secondo è un giovane di 23 anni, bloccato in piazza Don Bosco mentre cedeva **hashish** nei pressi di un istituto scolastico, in un’area frequentata da numerosi adolescenti. Uno degli acquirenti, trovato in possesso di due dosi, è stato identificato e segnalato alla Prefettura come assuntore.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha convalidato entrambi gli arresti. Per il 64enne è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre per il 23enne, data la gravità del reato commesso vicino a una scuola, è stata applicata la misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.



