Palermo – A Borgo Nuovo è nata una rete che unisce mondi diversi ma complementari: la scuola, l’associazionismo, l’impresa sociale e la sanità.
È il cuore della “Comunità Educante Borgo Nuovo 2025”, il progetto presentato nel corso dell’omonimo convegno organizzato da Mediali Impresa Sociale, in partenariato con il Centro di Formazione Professionale INFAOP, l’Associazione San Giovanni Apostolo, Maghweb e l’Ordine degli Ostetrici di Palermo.
Un’iniziativa finanziata dall’Assessorato regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, che mira a costruire una rete educativa e di supporto per giovani e famiglie del quartiere.
“Un percorso che va oltre la formazione”, così Gabriele Albergoni, Direttore Generale dell’INFAOP, descrive la portata del progetto:
«Questa iniziativa non è stata solo un percorso formativo, ma un’esperienza profondamente comunitaria. Da Borgo Nuovo al CEP, Michelangelo, Uditore, Passo di Rigano, Boccadifalco, abbiamo costruito una rete territoriale che unisce scuola, associazioni e terzo settore per accompagnare i nostri ragazzi nella crescita.
Quando parliamo di educazione alla sessualità, di bullismo o di uso consapevole dei social, non trattiamo temi teorici: parliamo dei problemi reali che vivono i giovani di Palermo, spesso alla base di quelle stesse dinamiche di violenza che purtroppo hanno portato alla morte di Paolo Taormina e dei ragazzi di Monreale.
Dietro ogni gesto di bullismo o mancanza di rispetto c’è un vuoto educativo che non si colma con le punizioni ma con l’ascolto, la collaborazione e la responsabilità condivisa.
Questo progetto dimostra che la formazione professionale può essere anche formazione alla vita, all’empatia e al rispetto reciproco».
Il progetto si è articolato in più incontri tematici dedicati all’educazione affettiva e alla sessualità, alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo e alla formazione degli operatori del settore, coinvolgendo studenti, famiglie e docenti. Ogni appuntamento è stato un laboratorio di dialogo e partecipazione, in cui la scuola si è trasformata in un luogo di ascolto e crescita condivisa.
Barbara Scira, ideatrice del progetto, ha espresso grande soddisfazione: «Realizzare cinque incontri in un solo mese non è stato semplice, ma il successo dimostra che abbiamo aperto una strada per far crescere la nostra comunità, e non vogliamo che si esaurisca qui». Un concetto ribadito anche da Maria Antonietta Fazio, presidente dell’Associazione San Giovanni Apostolo:
«Educare non è insegnare, ma tirare fuori. Dentro ogni ragazzo c’è una bellezza e un potenziale che spesso non si riconosce. Il nostro compito è aiutarli a farlo emergere».
Accanto alla scuola e alle associazioni, un ruolo chiave lo ha avuto Mediali Impresa Sociale, rappresentata da Mirella Pia Oddo, amministratrice unica:
«Questo percorso nasce dalla convinzione che l’educazione non sia una responsabilità isolata, ma un compito collettivo. Mettere in rete esperienze e sensibilità diverse significa offrire ai giovani strumenti reali di crescita personale e sociale».
Presenti anche i rappresentanti dell’Ordine degli Ostetrici di Palermo, nella persona del Presidente dott. Elio Lopresti e della Vice Presidente dott.ssa Chiara Mineo, che hanno espresso grande apprezzamento per la qualità delle attività svolte e per l’attenzione riservata ai bisogni delle famiglie e degli studenti dell’Istituto.
Il Presidente Lopresti ha sottolineato:
“Oggi mi porto via un impegno. Come istituzione sanitaria vogliamo contribuire a questo percorso, già avviato e che ha visto il coinvolgimento delle dott.sse Chiara Madonia e Maria Di Marco, anch’esse componenti dell’Ordine, portando nelle scuole momenti di educazione alla salute, alla prevenzione e alla consapevolezza”. 
L’Ordine ha inoltre annunciato la propria disponibilità ad attivare uno sportello mensile di consulenza e ascolto, oltre a ogni altra iniziativa utile a supportare studenti e docenti nell’ottica della prevenzione dei disagi e della promozione del benessere della persona.
Il convegno si è concluso con un messaggio condiviso da tutti i relatori:
la comunità educante non è un’idea astratta, ma una pratica quotidiana che si costruisce insieme, mettendo in rete scuola, famiglia, territorio e istituzioni. «Solo unendo le forze – ha ricordato Fazio – possiamo dare ai nostri ragazzi la possibilità di riconoscere e valorizzare la loro unicità».



 
			
 
		 
		 
		 
		