Un intero complesso residenziale trasformato in una centrale del furto di energia. Un groviglio di cavi volanti, contatori manomessi con ingegno e un danno economico ingente per la collettività. È lo scenario che si sono trovati di fronte i Carabinieri della Compagnia di Carini durante un’operazione ad alto impatto scattata all’alba in via Antonello da Messina.
Il blitz, pianificato nei minimi dettagli, ha visto un imponente dispiegamento di forze. Accanto ai militari dell’Arma locale, hanno operato i colleghi del 12° Reggimento Sicilia e le unità cinofile di Villagrazia, che hanno cinturato l’area per setacciare ogni appartamento e area comune. Fondamentale è stato il supporto dei tecnici specializzati di Enel, che con la loro strumentazione hanno smascherato, uno dopo l’altro, gli allacci illegali.
Quella che doveva essere una verifica mirata contro il furto di corrente si è trasformata in un’operazione a tutto campo. Man mano che i controlli andavano avanti, infatti, il numero delle irregolarità cresceva. Alla fine della giornata, il bilancio è pesante: 13 persone sono state denunciate a piede libero.
La maggior parte di loro, dieci in totale, dovrà rispondere dell’accusa di furto aggravato di energia elettrica. Avevano creato una vera e propria rete parallela, bypassando i contatori o alterandoli per ridurre drasticamente i consumi registrati. Un sistema che coinvolgeva persone di ogni età, dal giovane di 19 anni fino a un insospettabile pensionato di 76.
Ma i guai non sono finiti qui. Durante i posti di blocco istituiti attorno al residence, i militari hanno fermato e denunciato un giovane del posto sorpreso alla guida senza aver mai conseguito la patente, per di più recidivo. Un altro ragazzo di 20 anni è stato invece denunciato per aver violato i sigilli di un veicolo già sottoposto a sequestro, di cui era custode.
Infine, il fiuto dei cani antidroga non ha tradito: un uomo è stato trovato in possesso di una modica quantità di sostanza stupefacente per uso personale ed è stato segnalato alla Prefettura di Palermo come assuntore. Un’operazione che, al di là dei numeri, riafferma la presenza dello Stato in una porzione di territorio dove l’illegalità sembrava essersi fatta sistema.