Omicidio Taormina, l’autopsia conferma: “Ucciso con un colpo di pistola alla nuca a distanza ravvicinata”

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È stato un colpo di pistola sparato a bruciapelo, quasi un’esecuzione, a spezzare la giovane vita di Paolo Taormina. La conferma, tanto fredda quanto brutale, arriva direttamente dal tavolo autoptico. L’esame, condotto all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, ha stabilito senza ombra di dubbio che il proiettile fatale ha raggiunto il 21enne alla nuca, non lasciandogli scampo.

Un dettaglio agghiacciante, emerso già da una TAC eseguita in precedenza sul corpo del ragazzo, che ora diventa un punto fermo nell’inchiesta sull’omicidio avvenuto sabato notte davanti al pub che Paolo gestiva con passione.

A ricostruire quei momenti di puro terrore è la sorella della vittima, Sofia. Le sue parole, cariche di dolore e rabbia, sono un tassello fondamentale per gli inquirenti che le hanno raccolto la testimonianza. “Quell’uomo ha puntato la pistola alla tempia di mio fratello e lo ha ucciso senza un perché, senza un motivo”, ha raccontato, descrivendo una scena di violenza improvvisa e insensata.

Ma il coraggio di Sofia non si è fermato di fronte all’orrore. Mentre l’assassino si dava alla fuga, lei non ha esitato a inseguirlo. “Ha tirato una bottiglia contro mia cognata Desirée, la fidanzata di Paolo. Io, correndogli dietro, ho cercato di lanciargliene un’altra”, continua nel suo racconto. Una reazione istintiva, disperata, che si è interrotta solo quando il killer si è voltato di nuovo. “Da lontano, ha puntato la pistola anche contro di me. A quel punto sono scappata, sono tornata di corsa verso il locale”. La sua testimonianza non è solo il racconto di una sorella che ha visto morire il fratello, ma anche quella di una testimone oculare che ora potrebbe essere decisiva per dare un volto e un nome all’assassino.

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