Orrore nel Palermitano, figlio lega l’anziana madre al letto: «L’ho fatto per proteggerla»

Dramma familiare a Carini. Un 30enne lega la madre 65enne al letto. La sua giustificazione ai Carabinieri: "Volevo solo proteggerla"
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Un dramma familiare dai contorni ancora tutti da chiarire scuote la comunità di Carini, in provincia di Palermo. Un uomo di trent’anni è stato denunciato per maltrattamenti in famiglia dopo aver immobilizzato la madre di 65 anni, legandola al letto. A far scattare l’allarme sono stati i vicini, insospettiti da alcuni lamenti provenienti dall’appartamento di via Monti Iblei. La giustificazione fornita dall’uomo agli inquirenti ha aggiunto un elemento paradossale alla già drammatica vicenda.

L’allarme dei vicini in via Monti Iblei

Quei lamenti, insistenti e soffocati, hanno rotto il silenzio di sabato sera nel quartiere residenziale. Alcuni residenti, preoccupati per quei suoni anomali provenienti dall’abitazione della donna, hanno provato a sincerarsi della situazione. Il loro bussare alla porta è rimasto senza risposta, un silenzio che ha fatto crescere la paura. Temendo il peggio, hanno immediatamente allertato il numero unico d’emergenza, mettendo in moto la macchina dei soccorsi.

La scoperta shock: anziana immobilizzata

Sul posto sono giunte in breve tempo una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Carini e una squadra dei Vigili del Fuoco. È stato necessario l’intervento di questi ultimi per forzare la porta d’ingresso e accedere all’appartamento. La scena che si è presentata agli occhi dei soccorritori è stata agghiacciante: la donna di 65 anni era immobilizzata sul suo letto, con i polsi e le caviglie assicurati con delle legature alle sponde. Pur essendo cosciente, appariva in un evidente stato di confusione e choc. Liberata dai militari, è stata affidata alle cure del personale del 118, che l’ha trasportata in ospedale per gli accertamenti del caso. Fortunatamente, non presentava ferite visibili.

La paradossale giustificazione del figlio

Le indagini si sono subito concentrate sul figlio trentenne, convivente della donna. Una volta rintracciato e condotto in caserma, l’uomo ha offerto agli inquirenti una versione dei fatti che ha lasciato tutti sbigottiti. Ha ammesso di essere stato lui a legare la madre, ma ha negato ogni intento violento. «L’ho legata per proteggerla, per evitare che si facesse del male mentre non ero in casa», avrebbe dichiarato ai militari. Una spiegazione che non ha convinto gli investigatori, i quali procedono con la massima cautela.

Indagini in corso per maltrattamenti in famiglia

Al termine degli atti di rito, il trentenne è stato denunciato a piede libero con la pesante accusa di maltrattamenti in famiglia. Al momento, la Procura non ha disposto misure restrittive nei suoi confronti, ma l’indagine prosegue senza sosta. Gli inquirenti stanno raccogliendo le testimonianze di parenti e conoscenti per ricostruire il complesso quadro familiare e per accertare se in passato si siano già verificati episodi simili o se vi fossero segnali di un disagio latente. L’obiettivo è fare piena luce su una vicenda che ha sconvolto un’intera comunità.

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