Il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha confermato il fermo di Samuel Acquisto, il diciottenne coinvolto nella sparatoria avvenuta a Monreale, che ha causato la morte di tre giovani. Per il ragazzo, originario del quartiere Zen 2, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. L’accusa nei suoi confronti è di concorso in strage.
L’accusa e la dinamica dei fatti
Secondo gli inquirenti, Acquisto avrebbe preso parte alla rissa tra due gruppi, uno di Monreale e uno di Palermo, scoppiata il 27 aprile. Si sospetta che abbia incitato Salvatore Calvaruso a sparare sulla folla e che, dopo la sparatoria, sia fuggito con lui in moto. Le testimonianze di otto persone e le immagini delle telecamere di sorveglianza lo collocano sulla scena.
Le dichiarazioni davanti al giudice
Durante l’interrogatorio di garanzia, Acquisto ha rilasciato dichiarazioni spontanee negando di aver partecipato alla lite e di aver incitato l’amico a sparare. Ha sostenuto di essere stato aggredito e di essersi allontanato dopo la rissa, tornando solo dopo aver sentito gli spari. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’udienza si è svolta nel carcere Pagliarelli, dove Acquisto è detenuto in isolamento.
Le prove raccolte e la posizione degli indagati
Le indagini hanno raccolto testimonianze, filmati e dati telefonici che collocano Acquisto sul luogo del triplice omicidio. Il giovane ha ammesso di essere arrivato a Monreale in moto, ma non ha fornito dettagli sulla persona che era con lui. Anche Calvaruso si è avvalso della facoltà di non rispondere, ridimensionando la propria posizione rispetto alle dichiarazioni iniziali sulle responsabilità nella sparatoria.
Ricerche in corso sul terzo responsabile
Sono in corso indagini per identificare il terzo individuo coinvolto nella sparatoria, che avrebbe partecipato attivamente esplodendo diversi colpi. Testimonianze raccolte sul posto parlano di un uomo alto con la barba e di un giovane con un giubbotto bianco, ma nessuno degli arrestati corrisponde a queste descrizioni. Gli inquirenti ipotizzano che ci siano state più armi e persone coinvolte.
Nuove analisi tecniche sulle prove
I carabinieri del Ris di Messina stanno per avviare ulteriori accertamenti tecnici su abiti, impronte, residui di DNA e altre tracce biologiche. La procura ha notificato l’avviso alle parti per consentire la nomina di consulenti tecnici. L’avvocato di una delle persone ferite, Nicolò Cangemi, ha annunciato la possibilità di nominare un proprio perito per seguire da vicino le operazioni.