Un’intera comunità si stringe nel dolore per la scomparsa di Giuseppe Graziano, un giovane di 22 anni tragicamente scomparso a seguito di un incidente stradale. Venerdì 1° novembre, lungo la strada statale 118 nei pressi di Corleone, Palermo, la moto di Giuseppe si è scontrata con un trattore. L’intervento del 118 si è rivelato purtroppo inutile.
Il funerale e il ricordo
Lunedì 4 novembre, la chiesa di Maria Santissima delle Grazie di Isola delle Femmine, paese natale di Giuseppe, ha accolto centinaia di persone per l’ultimo saluto. Parenti, amici e conoscenti si sono riuniti, sia all’interno che all’esterno della chiesa, per accompagnare Giuseppe nel suo ultimo viaggio. Il rombo delle moto degli amici ha risuonato nell’aria, un tributo al suono che Giuseppe amava di più. Gli amici lo ricordano come un ragazzo “pieno di vita e di entusiasmo, con tanti progetti e una passione per lo studio”. “Un raggio di sole, un sorriso indimenticabile”, così lo descrivono coloro che ora dovranno affrontare la sua assenza.
Un giovane brillante e appassionato
Giuseppe era uno studente di Architettura, appassionato di moto e della compagnia degli amici. I colleghi dell’Associazione Studenti di Architettura lo ricordano come “un amico, un compagno di studi e una presenza preziosa”, la cui perdita lascia “un vuoto incolmabile”. Anche l’assessore all’urbanistica di Palermo, Maurizio Carta, ha espresso il suo cordoglio, definendo Giuseppe uno “studente brillante” del suo laboratorio di urbanistica. La notizia della sua scomparsa ha profondamente colpito la comunità, dove Giuseppe era conosciuto e apprezzato per la sua simpatia e gentilezza.
Il dolore della comunità
Il padre di Giuseppe, Maurizio, dipendente comunale, è una figura conosciuta in paese. L’amministrazione comunale ha espresso il proprio cordoglio e ha annullato un evento in programma la sera dell’incidente. L’intera comunità di Isola delle Femmine è sotto choc. In molti ricordano le gite in moto di Giuseppe, le giornate di studio e i momenti spensierati trascorsi insieme, increduli di fronte alla tragedia.