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Cronaca

Muore a 42 anni Giovanni Arigò, il re dei fuochi d’artificio vittima di un’esplosione

Ultimo aggiornamento: 13/07/2024 - 11:23
di Redazione Web
Pubblicato 13 Luglio 2024
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lettura in 3 minuti
Muore a 42 anni Giovanni Arigò, il re dei fuochi d'artificio vittima di un'esplosione

MESSINA – Non ce l’ha fatta Giovanni Arigò, il 42enne titolare della storica azienda di fuochi d’artificio Arigò Fireworks di Contrada Calorenne, rimasto gravemente ustionato nell’esplosione avvenuta nel bunker della sua ditta lo scorso 4 luglio. Arigò è deceduto al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Villa Scassi di Genova, dove era stato trasportato d’urgenza in elicottero subito dopo il drammatico incidente. Le sue condizioni erano apparse da subito disperate, con ustioni sul 90% del corpo.

Sposato e padre di due bambini piccoli, Arigò aveva ereditato l’azienda di famiglia, fondata nel 1897 dal bisnonno Giuseppe, considerato un maestro nell’arte dei fuochi pirotecnici. Una passione tramandata di generazione in generazione, che aveva portato il cognome Arigò ad essere rinomato in tutta Italia per la produzione di fiaccole e giochi pirotecnici utilizzati nei principali eventi in Sicilia e non solo.

Secondo quanto ricostruito, al momento dell’esplosione Arigò si trovava da solo all’interno del bunker dove venivano realizzati e stoccati i fuochi d’artificio. L’onda d’urto lo ha investito in pieno, distruggendo la struttura. A soccorrerlo per prime sono state la madre Giusi e la sorella Cristina, rimaste ferite anch’esse nel tentativo di salvare Giovanni. Attualmente la madre è ricoverata con ustioni sul 25% del corpo all’ospedale Civico di Palermo, mentre la sorella, ferita in modo meno grave, si trova al Policlinico.

La notizia della scomparsa di Arigò ha destato grande dolore a Messina, dove l’azienda di fuochi d’artificio è un’istituzione cittadina. In diversi sui social network hanno espresso vicinanza alla famiglia, tra cui il Nucleo diocesano di protezione civile, di cui Arigò faceva parte come volontario. Anche il Comitato storico della Vara e Giganti, in accordo con l’amministrazione comunale, ha deciso di intestare a Giovanni l’edizione 2024 della nota processione del fercolo per le vie della città.

“Gli dedicheremo la Vara 2024 – ha scritto il presidente Francesco Florami – in sintonia con il sindaco e tutta la giunta comunale”. Un modo per rendere omaggio ad un artigiano dalla grande passione, che con il suo lavoro ha contribuito a far brillare i cieli di Messina e non solo. La notizia lascia attonita l’intera comunità, che si stringe intorno ai familiari colpiti da questa immane tragedia.

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