La Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha confermato la condanna all’ergastolo per Pietro Morreale, il ventenne accusato di aver ucciso la fidanzata Roberta Siragusa la notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021 a Caccamo.
I giudici hanno respinto la richiesta della difesa di Morreale di riaprire il processo e hanno ritenuto l’imputato colpevole sia di omicidio aggravato che di occultamento di cadavere, così come stabilito in primo grado.
Alla lettura della sentenza erano presenti in aula i familiari della vittima – i genitori, il fratello, la nonna, gli zii e i cugini – visibilmente commossi e soddisfatti per la conferma della massima pena. Morreale ha invece accolto impassibile il verdetto, ribadendo ancora una volta la propria innocenza.
Il delitto risale alla notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021 quando, secondo l’accusa, Morreale uccise la fidanzata Roberta Siragusa durante una lite per motivi di gelosia, gettò il corpo in un dirupo e diede fuoco alla salma. Il cadavere carbonizzato della ragazza fu ritrovato il giorno dopo dai Carabinieri.
Fin da subito Morreale fu il principale indiziato, ma ha sempre negato ogni addebito puntando il dito contro ignoti assassini. Una versione che però non ha mai convinto gli inquirenti e i giudici, secondo cui le prove raccolte sono schiaccianti nell’indicare il ventenne come unico colpevole.
Oltre all’ergastolo, Morreale dovrà risarcire con cifre importanti i familiari di Roberta, parti civili nel processo: 225mila euro alla madre, 229mila al padre, 209mila al fratello, 117mila alla nonna e 15mila euro al Comune di Caccamo. Una sentenza che rende giustizia alla povera Roberta e ai suoi cari, anche se nulla potrà lenire il loro immenso dolore per la tragica morte della ragazza, brutalmente uccisa a soli 17 anni dal suo stesso fidanzato.