Partorisce e scappa dall’ospedale lasciando la neonata: ci ripensa e torna ma trova la polizia

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Una vicenda dolorosa al San Giovanni di Dio: donna lascia la neonata in corsia poche ore dopo il cesareo, ma torna indietro nel pomeriggio. Ora decidono i Servizi Sociali. È una storia di disperazione, fuga e pentimento quella che arriva dalle corsie dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Una giovane donna italiana, proveniente da un’altra provincia siciliana, ha vissuto ore drammatiche tra il rifiuto iniziale e un improvviso, lacerante ritorno di coscienza materna.

Tutto è iniziato quando la ragazza si è presentata sola al Pronto Soccorso, portando a termine la gravidanza con un parto cesareo. La nascita di una bambina, che gode di ottima salute, sembrava il lieto fine di un percorso difficile. Tuttavia, la mattina successiva all’intervento, è accaduto l’impensabile: nonostante i punti di sutura freschi e la debilitazione fisica, la donna si è vestita ed è fuggita dal nosocomio, lasciando la piccola alle cure del personale sanitario.

La fuga, però, è durata poco. Nel pomeriggio, spinta forse dal rimorso o da un ripensamento straziante, la giovane è tornata sui suoi passi, presentandosi nuovamente all’ingresso del reparto con l’intenzione di riprendere la figlia. Ad attenderla, però, non c’erano solo medici e infermieri – che nel frattempo avevano segnalato l’abbandono – ma anche gli agenti della Polizia di Stato.
La tensione emotiva e lo sforzo fisico della fuga post-operatoria hanno presentato il conto: prima ancora di poter fornire spiegazioni agli inquirenti, la donna ha avuto un malore ed è stata nuovamente ricoverata d’urgenza nello stesso reparto da cui era scappata.

Dietro il gesto estremo ci sarebbe un contesto familiare disastrato e un profondo disagio sociale. La ragazza, che pur non ricorrendo all’aborto o al parto in anonimato (garantito dalla legge italiana) ha mostrato evidenti difficoltà nella gestione della maternità, è ora sotto la lente dei Servizi Sociali.

Il destino della neonata è sospeso. Le autorità dovranno valutare se sussistano le condizioni minime per un affidamento alla madre – magari tramite l’inserimento congiunto in una casa famiglia protetta per monitorare il rapporto madre-figlia – o se, per tutelare l’incolumità e il futuro della piccola, sarà necessario avviare le pratiche per l’adottabilità.

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