Il Gip accoglie parzialmente le richieste della Procura nell’inchiesta su appalti e concorsi pilotati. Nessuna misura per Saverio Romano e Carmelo Pace. Il blitz dei ROS all’alba.
Nuova bufera giudiziaria sulla politica e la sanità siciliana. Questa mattina i carabinieri del ROS hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che dispone gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro. Il provvedimento, firmato dal Giudice per le indagini preliminari Giuseppa Zampino, colpisce il cuore dell’inchiesta su presunti appalti e concorsi truccati, coinvolgendo figure apicali del sistema sanitario locale.
Insieme al leader della Democrazia Cristiana, finiscono ai domiciliari anche l’ex manager dell’ospedale Villa Sofia, Roberto Colletti, e Antonio Iacono, direttore del Trauma Center del medesimo nosocomio. La decisione del Gip arriva dopo settimane di attesa rispetto alle richieste avanzate dalla Procura, che aveva sollecitato la misura dei domiciliari per un totale di 18 indagati.
Le altre misure e le istanze respinte
Il quadro disegnato dal giudice Zampino ridimensiona in parte le richieste dell’accusa. Sono state infatti respinte le istanze cautelari per il coordinatore nazionale di Noi Moderati, Saverio Romano, e per il capogruppo della DC all’Ars, Carmelo Pace, che restano indagati a piede libero.
Il dispositivo del tribunale prevede inoltre misure interdittive per il mondo imprenditoriale coinvolto nell’indagine: scatta l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di esercitare attività d’impresa per Mauro Marchese e Marco Dammone, legati alla società Dussmann Service. Stesso obbligo di firma per Vito Raso, storico segretario particolare di Cuffaro.



