Una risposta decisa, quasi un’operazione ad alto impatto, per ristabilire ordine e legalità nel cuore di Palermo. Dopo la preoccupante escalation di violenza che ha visto agenti della polizia municipale e forze dell’ordine aggrediti durante i controlli, scatta il giro di vite contro il fenomeno delle biciclette elettriche modificate, trasformate in veri e propri ciclomotori illegali.
L’ultimo blitz, condotto dai Carabinieri della compagnia di Piazza Verdi in stretta collaborazione con i tecnici della Motorizzazione Civile, ha messo sotto la lente le aree pedonali più calde della movida: da via Maqueda al Cassaro, fino a piazza Sant’Anna. Zone dove questi mezzi non potrebbero nemmeno circolare e che invece, soprattutto di notte, si trasformano in piste per corse clandestine.
Il bilancio è pesante: dodici biciclette a pedalata assistita, ma “potenziate” al punto da diventare irriconoscibili e pericolose, sono state poste sotto sequestro. Per i conducenti sono scattate sanzioni per un totale di **50 mila euro**. Un segnale forte per contrastare un’illegalità diffusa che mette a serio rischio l’incolumità dei pedoni.
“Questa attività si inserisce in un più ampio dispositivo di controllo del territorio,” spiegano dal comando provinciale dell’Arma. “L’obiettivo è garantire una presenza costante nelle zone della movida, un’esigenza emersa anche in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, per tutelare la sicurezza di tutti”.
Il fenomeno, d’altronde, è fuori controllo. Le normative parlano chiaro: le bici elettriche non possono superare i 25 km/h. Quelle sequestrate, invece, erano state modificate per sfrecciare a velocità ben superiori, senza targa, senza assicurazione e, di fatto, trasformate in “schegge impazzite” nel dedalo di vicoli del centro storico. Una giungla d’asfalto dove le regole del Codice della strada sembrano un optional e dove chi prova a farle rispettare, come dimostrano i recenti episodi di aggressione, rischia grosso.
Parole dure sono arrivate anche dal sindaco Roberto Lagalla, che ha stigmatizzato la violenza contro gli agenti. “Colpire un agente significa colpire la città intera,” ha dichiarato. “A chi pensa di poter reagire con prepotenza, stiamo rispondendo con più controlli, più presidio e più legalità. La violenza di pochi non fermerà l’impegno quotidiano per garantire la vivibilità dei nostri spazi pubblici”. Il messaggio è chiaro: la ricreazione è finita.



