Mentre gran parte dell’Italia fa i conti con un’incertezza economica che spinge in alto il ricorso alla Cassa Integrazione, la Sicilia sembra aver imboccato una rotta diversa, quasi sorprendente. I dati più recenti, elaborati dalla CGIA di Mestre, parlano chiaro: nel primo semestre dell’anno, a fronte di un aumento nazionale del 21,8% delle ore di CIG, l’Isola registra un crollo del 25,3%. Un segnale di vitalità economica secondo solo a quello della Calabria, che vede addirittura dimezzato il ricorso a questo ammortizzatore sociale.
Questo vento di ripresa, che soffia con particolare intensità nel Mezzogiorno, trova conferma in un quadro più ampio e strutturato, quello dipinto dal Rapporto strategico 2025 sulla Sicilia, presentato a Palermo da The European House Ambrosetti. Un’analisi che evidenzia una “crescita solida”, con il 78% degli indicatori economici in netto miglioramento.
A commentare questi numeri è il presidente della Regione, Renato Schifani, che vede in questa tendenza il frutto di un lavoro mirato. «È il risultato delle politiche portate avanti dai governi regionali di centrodestra per sostenere imprese e occupazione. Dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia, in cui i progressi sono stati rallentati, oggi la Sicilia mostra una ripresa vigorosa e si colloca ai vertici nazionali per crescita del Pil e dell’occupazione. Proseguiremo su questa strada, affrontando con responsabilità le criticità ancora presenti – dal divario infrastrutturale alla scarsa partecipazione di donne e giovani al mondo del lavoro – per consolidare una crescita duratura e inclusiva, all’altezza delle potenzialità della nostra Isola».
Renato Schifani, Presidente della Regione Siciliana
Tuttavia, il presidente non nasconde le sfide che restano sul tavolo. «Proseguiremo su questa strada, affrontando con responsabilità le criticità ancora presenti», ha ammesso, citando esplicitamente il divario infrastrutturale con il resto del Paese e la necessità di coinvolgere maggiormente donne e giovani nel mondo del lavoro. L’obiettivo, sottolinea, è consolidare una crescita che sia duratura e, soprattutto, inclusiva.
Luci e ombre sul territorio
La fotografia dell’Isola, però, non è uniforme e presenta chiaroscuri significativi. Se da un lato il calo della Cassa Integrazione è un dato aggregato potente (con una riduzione di oltre 1,2 milioni di ore autorizzate rispetto a un anno fa), dall’altro l’analisi provinciale rivela situazioni a due velocità.
La provincia di Siracusa vive una fase critica, con un’impennata delle ore di CIG (+88,6%), un dato che riflette in parte la crisi del polo industriale ma non solo. Segnali di difficoltà arrivano anche da Agrigento (+34,7%) e Ragusa (+15,2%).
A bilanciare questo quadro sono però i dati positivi delle altre province, che mostrano una netta inversione di tendenza. Ecco i cali più vistosi:
- Catania: -37,7%
- Trapani: -36,6%
- Caltanissetta: -32,5%
- Palermo: -27%
- Messina: -21,8%
- Enna: -14,5%
L’immagine che ne deriva è quella di una Sicilia che, pur con le sue contraddizioni interne e un gap storico con il Nord ancora da colmare, ha messo in moto un motore di ripresa che inizia a dare frutti concreti, offrendo segnali di speranza per uno sviluppo più stabile e diffuso.



