La mandano via dall’ospedale alla 39esima settimana e con le contrazioni: partorisce in bagno assistita dal marito

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La piccola Gloria è venuta al mondo in un bagno, tra le mura di casa ad Augusta, e non in una sala parto. Il suo primo vagito è stato un misto di gioia immensa e di una rabbia che i suoi genitori, Angelika, 29 anni, e Filippo Saraceno, non riescono a trattenere. Quella che doveva essere una notte di attesa e speranza si è trasformata in un’odissea che, secondo loro, poteva finire in tragedia. Lo riporta La Sicilia.

Tutto è iniziato la sera del 17 ottobre. Angelika, alla 39esima settimana di gravidanza, avverte forti contrazioni e si reca con il marito all’ospedale di Lentini, il presidio di riferimento. Dopo una visita e un monitoraggio durato circa due ore, però, la coppia viene rimandata a casa. La diagnosi: travaglio non ancora in fase attiva. Il consiglio dei sanitari: una doccia calda per alleviare i dolori.

Ma una volta a casa, la situazione è precipitata. Le contrazioni sono diventate insostenibili, violente e ravvicinate. “Ho capito subito che non c’era più tempo”, racconta Filippo. Mentre al telefono con il 118 chiedeva l’invio urgente di un’ambulanza, Angelika ha capito che la sua bambina stava per nascere. È stato Filippo, il marito, a dover gestire l’incredulità e lo spavento, trasformandosi in ostetrico per necessità e aiutando la moglie a partorire proprio lì, nel bagno della loro abitazione.

Quando i sanitari sono finalmente arrivati, hanno trovato mamma e figlia in buona salute, un piccolo miracolo data la situazione. Un sospiro di sollievo che, però, non cancella l’accaduto. La coppia, già genitori della piccola Victoria di 3 anni, è decisa a sporgere denuncia contro la struttura ospedaliera per quella che definiscono una palese negligenza. “Ci hanno dimessi dicendo che non era imminente, ma dopo poco più di un’ora mia figlia è nata. Hanno rischiato la vita di mia moglie e della bambina”, tuona il padre.

A questa vicenda si aggiunge un ulteriore attrito burocratico: i genitori denunciano che il personale sanitario avrebbe tentato di registrare la nascita come avvenuta in ospedale. Una versione a cui si sono fermamente opposti, pretendendo che sui documenti risultasse la verità: Gloria è nata ad Augusta.

La storia di Gloria, inoltre, riaccende i riflettori su una ferita aperta per la comunità augustana. Dal 2012, con la chiusura del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Muscatello e il suo trasferimento a Lentini, in città non nascono più bambini “ufficialmente”. Quello di Gloria è il terzo parto “accidentale” che avviene ad Augusta da allora: prima in ambulanza, poi in un salotto e ora in un bagno.

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