L’alba di oggi, nel quartiere Zen di Palermo, ha avuto il suono delle sirene e il rumore degli elicotteri. Una massiccia operazione interforze ha blindato l’area, una risposta forte e immediata dello Stato all’omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso a colpi di pistola pochi giorni fa davanti al pub di famiglia. Gaetano Maranzano, 28 anni, è già in carcere per quel delitto che ha scosso la città e riacceso i riflettori su una delle periferie più complesse d’Italia.
Circa 200 uomini tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, con il supporto dei reparti speciali, delle unità cinofile antidroga e antisabotaggio, hanno setacciato palmo a palmo le vie dello Zen 1 e 2, a partire proprio da via Costante Girardengo, dove risiede l’assassino.
Il bilancio dell’operazione è pesante. Due persone sono finite in manette per reati legati agli stupefacenti, con il sequestro di un quantitativo di droga. Ma l’azione delle forze dell’ordine ha scoperchiato un vaso di pandora di illegalità diffusa: ben 57 persone sono state denunciate a piede libero per occupazione abusiva di immobili, un fenomeno cronico del quartiere. Un’altra persona è stata deferita all’autorità giudiziaria per porto abusivo di armi.
L’imponente dispiegamento di forze ha avuto anche l’obiettivo di riaffermare il controllo del territorio. Sono state identificate quasi 700 persone, di cui 207 già note alle forze dell’ordine per precedenti penali e 15 già sottoposte a misure di prevenzione. I controlli su strada hanno interessato 288 veicoli, con 27 multe per violazioni al Codice della Strada che hanno portato a sanzioni per un totale di oltre 18.000 euro.
Nel mirino sono finiti anche diversi esercizi commerciali della zona. Le ispezioni hanno fatto emergere una serie di irregolarità: dalla presenza di lavoratori in nero alla mancata formazione sulla sicurezza, passando per carenze strutturali e violazioni delle autorizzazioni sanitarie (Scia). In un caso è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale. Sanzioni anche per l’installazione di impianti di videosorveglianza non autorizzati.
L’operazione di oggi non è solo una caccia a droga e armi, ma un segnale inequivocabile: dopo un fatto di sangue così grave, lo Stato mostra i muscoli per ribadire che nessuna zona della città può essere considerata terra di nessuno.