Incontro in Prefettura, Cgil, Cisl, Uil e Acli chiedono rafforzamento degli organici delle forze di polizia per il controllo del territorio, un tavolo permanente di monitoraggio, misure di contrasto del disagio sociale: “Abbiamo rappresentato la paura e le richieste della città, contro illegalità e violenza”
Palermo 15 ottobre 2025 – Individuazione delle zone a rischio della città, che diventeranno aree a vigilanza rafforzata, modello Vucciria. Un impegno continuo, con il rafforzamento degli organici di tutte le forze di polizia, compresa la polizia municipale, per il controllo del territorio. La necessità di intervenire nei quartieri più a rischio per un contrasto ancora più incisivo rispetto alla diffusione di armi e al traffico di sostanze stupefacenti e al disagio sociale. Un tavolo permanente di confronto in Prefettura con parti sociali e istituzioni e specifiche iniziative con il coinvolgimento di associazioni di categoria.
Il comitato per l’ordine della sicurezza pubblica, che si è svolto stamattina, come preannunciato ieri ha già stabilito l’implementazione delle zone a vigilanza rafforzata. E dalla settimana prossima cominceranno ad arrivare i rinforzi delle forze di polizia.
Sono alcune degli impegni presi ieri in Prefettura nell’incontro che si è svolto tra il prefetto Massimo Mariani, Cgil, Cisl, Uil, Acli, Cna, alcuni parenti delle vittime e un imprenditore. Erano presenti i segretari di Cgil, Cisl Uil, Mario Ridulfo, Franco Nuccio, Ignazio Baudo, Francesco Todaro, presidente Acli, Mimmo Provenzano, presidente Cna e il vice presidente della prima circoscrizione Antonio Nicolao.
“Abbiamo riportato al prefetto le emozioni e le richieste di quanti hanno partecipato al corteo di lunedì sera, esprimendo la paura, le preoccupazioni che attraversano la nostre città, a seguito dei fatti di sangue che hanno suscitato estrema impressione in tutta la popolazione e che confermano che la violenza non è solo frutto di percezione ma di una situazione fuori controllo che si è aggravata nel corso del tempo – dichiarano i segretari di Cgil, Cisl, Uil Mario Ridulfo, Federica Badami, Ignazio Baudo e il responsabile Acli Francesco Todaro – Abbiamo chiesto il rafforzamento delle forze di polizie, con gli organici oggi ben al di sotto delle necessità, a presidio dei luoghi sensibili della movida che tutti conoscono, da piazza Magione a Borgo Vecchio, da Piazza Sant’Anna a piazza Rivoluzione. Ma non solo. Il modello Vucciria, che ha messo assieme un gruppo interforze, funziona: la Vucciria oggi è più vivibile. Nessuno chiede la militarizzazione delle strade ma quello che tutti abbiamo chiesto è un esercito di poliziotti, assistenti sociali, psicologi, educatori, per arrivare alle cause dei fenomeni di criminalità e e micro criminalità legate anche a uso di droghe e al traffico di armi”.
Da questo punto di vista, il prefetto ha raccolto le preoccupazioni e le sollecitazioni fatte dai sindacati e dalle associazioni presenti e ha fornito alcuni numeri a conferma dell’incremento dei servizi ad Alto Impatto, relativi a sanzioni e sequestri, e del rafforzamento dei servizi di controllo del territorio, recentemente estesi anche alla zona di via Maqueda. Piano di controllo dagli esisti positivi “che sarà esteso ad altre parti della città”.
“Abbiamo chiesto un tavolo permanente, una task force, coordinata dalla prefettura, in cui siano presenti tutte le istituzioni, per andare alle radici del malessere soprattutto di molti quartieri di periferia, che tenga conto dei disagi e delle fragilità esistenti, coinvolgendo anche le scuole e altri attori che operano nel sociale – aggiungono Cgil, Cisl, Uil e Acli – Un tavolo in cui partecipino tutti i soggetti interessati, Asp, Comune e Regione e anche i servizi ispettivi come Inail, Spresal per contrastare i fenomeni di illegalità e il lavoro nero. Il prefetto ha condiviso quest’esigenza e l’avvio di iniziative specifiche di ascolto e di confronto, che mettano assieme organizzazioni datoriali e organizzazioni sindacali, a cominciare dal settore del commercio e della ristorazione, per prevenire e reprimere comportamenti illegali legati anche all’aumento esponenziali di locali nel centro città”.
“Abbiamo espresso anche l’esigenza – conclude la nota – di evitare la criminalizzazione di alcuni quartieri che hanno un alto tasso alto di criminalità. Vale per lo Zen e per Brancaccio e per tanti luoghi in cui le tante persone oneste che li abitano sono sopraffatte dalla violenza di pochi e dalla carenza delle varie istituzioni”.
I parenti delle vittime presenti all’incontro hanno manifestato delusione per l’assenza di risposte in questi mesi in cui non si è riusciti a garantire la sicurezza nelle strade di Palermo. E si aspettano non solo un blitz il giorno dopo un omicidio ma la possibilità di essere protetti e di poter camminare per strada sicuri ogni giorno.