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Cronaca

L’autopsia sui corpi di Salvo Turdo e Massimo Pirozzo, ecco come sono morti

E' quanto emerge dall'autopsia eseguita questa sera al Policlinico sui corpi dei due giovani
Ultimo aggiornamento: 29/04/2025 - 22:56
di Redazione Web
Pubblicato 29 Aprile 2025
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lettura in 4 minuti
L'autopsia sui corpi di Salvo Turdo e Massimo Pirozzo, ecco come sono morti

Salvatore Turdo è stato ucciso da due colpi di pistola che lo hanno raggiunto all’addome e al torace. Mentre Massimo Pirozzo è stato ucciso da un solo proiettile entrato dal collo e fuoriuscito dal viso.

E’ quanto emerge dall’autopsia eseguita questa sera al Policlinico sui corpi dei due giovani, di 23 e 26 anni, morti in seguito alla sparatoria che c’è stata a Monreale nella notte tra sabato e domenica. Domani mattina sarà la volta di Andrea Miceli, la terza vittima della strage di giovani a Monreale.

Intanto a Monreale un’onda di commozione e partecipazione ha travolto Monreale questa sera, in occasione della fiaccolata organizzata in memoria dei tre giovani tragicamente scomparsi a seguito della recente sparatoria. Una folla immensa, composta da cittadini di ogni età, si è riunita in un silenzioso e toccante corteo, testimoniando il profondo lutto che ha colpito l’intera comunità.

L'autopsia sui corpi di Salvo Turdo e Massimo Pirozzo, ecco come sono morti

Dopo la sentita cerimonia religiosa celebrata nella Collegiata, la processione è partita da Piazza Guglielmo II, snodandosi per le vie della città. Un tappeto di fiori deposti davanti al bar dove è avvenuta la sparatoria, il percorso e gli striscioni carichi di dolore e di un forte messaggio di speranza – tra cui spiccava la toccante scritta “Il sole non lo spegni con gli spari” – hanno accompagnato il cammino della folla.

Numerose le autorità istituzionali, civili e religiose che hanno voluto manifestare la propria vicinanza alle famiglie colpite e all’intera cittadinanza. In prima fila, l’arcivescovo di Monreale, Monsignor Gualtiero Isacchi, il sindaco Alberto Arcidiacono,il presidente del consiglio comunale, Marco Intravaia, i rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, e le confraternite locali.

Il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, visibilmente commosso, ha espresso la sua profonda solidarietà alla comunità, sottolineando come “le parole in momenti come questi appaiano insufficienti a lenire un dolore così grande. Questa tragica vicenda – ha aggiunto il primo cittadino – deve però rappresentare un punto di partenza, uno sprone per una reazione concreta e corale che rafforzi i valori della convivenza civile.

La fiaccolata si è conclusa in un clima di profonda riflessione, lasciando un segno indelebile nella memoria di Monreale e rinnovando il desiderio di giustizia e di un futuro libero dalla violenza.
Le parole dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi hanno riempito le strade di speranza: “Vorrei chiedere a tutti il silenzio, la preghiera e che restasse quello che abbiamo vissuto questa sera. Vi invito tutti a pregare. Dobbiamo imparare dal Crocifisso: noi insieme possiamo cambiare la violenza con amore e attraversare la strada con il perdono. Una preghiera per i genitori”.
“Non avevo mai visto brillare così Monreale. Ci siamo uniti e ci siamo fatti forza e riusciremo ad alzarci. Dobbiamo riuscire a vincere la paura e ricominciare. L’uno ha bisogno dell’altro”. Questo il messaggio conclusivo del sindaco Alberto Arcidiacono, che ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato alla fiaccolata.

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