Paradosso Sicilia, i comuni che riciclano di più aumentano la Tari

La Sicilia, bella e dannata, rinomata per la sua bellezza e le sue contraddizioni, si trova di fronte a un’altra anomalia: i comuni siciliani che si distinguono per l’alta percentuale di raccolta differenziata si ritrovano a dover affrontare costi di smaltimento rifiuti elevati, equiparabili a quelli dei comuni meno virtuosi. Una situazione paradossale che è stata denunciata da Paolo Amenta, presidente dell’ANCI Sicilia, durante un intervento a Talk Sicilia, dove ha discusso la complessa gestione dei rifiuti nella regione, segnata dalla prevista realizzazione di due termovalorizzatori.
Costi alle stelle per lo smaltimento all’estero
L’entrata in funzione dei termovalorizzatori richiederà tempo, lasciando i comuni siciliani alle prese con gravi difficoltà finanziarie. Una delle cause principali è rappresentata dai costi esorbitanti per il trasferimento dei rifiuti all’estero. La discarica di Lentini, la più grande del Mezzogiorno, ha raggiunto la saturazione, riversando sulle amministrazioni comunali un onere finanziario insostenibile. Secondo i dati forniti dall’ANCI Sicilia, il prezzo medio per lo smaltimento dei rifiuti è di 380 euro a tonnellata, un valore tre volte superiore alla media nazionale.
Risorse regionali a termine e futuro incerto
La Regione Siciliana ha stanziato risorse per far fronte all’emergenza rifiuti, ma solo per gli anni 2022 e 2023. Paolo Amenta ha sottolineato che “per i prossimi anni non sono previsti contributi regionali”. L’ANCI Sicilia sta cercando di sensibilizzare le istituzioni sul fatto che questi costi aggiuntivi si ripercuoteranno inevitabilmente sui piani economici e finanziari dei comuni e, di conseguenza, sulle tariffe che i cittadini dovranno pagare.
Il paradosso delle amministrazioni virtuose
Il presidente dell’ANCI Sicilia, che guida il comune di Canicattini Bagni, nel Siracusano, ha evidenziato un paradosso tutto siciliano: le amministrazioni comunali che hanno raggiunto alte percentuali di raccolta differenziata saranno costrette ad aumentare le imposte sui rifiuti, rendendo difficile la comunicazione con i cittadini. Spiegare ai residenti che, nonostante l’impegno nella differenziazione dei rifiuti, la tariffa è destinata ad aumentare, è una sfida ardua per i sindaci.
Studio ANCI: costi triplicati in Sicilia
“Come ANCI, abbiamo commissionato uno studio che rivela come il costo della gestione dei rifiuti in Sicilia sia tre volte superiore rispetto alle altre regioni italiane”, ha affermato Amenta. Pur riconoscendo l’importanza del piano regionale e dei termovalorizzatori, il presidente dell’ANCI Sicilia ha avvertito che saranno necessari ancora cinque o sei anni di sovrattassa sui rifiuti. A complicare ulteriormente la situazione, quest’anno è stato aumentato l’IVA sul conferimento in discarica, passando dal 10% al 22%.
Differenziare Non Basta: L’Anomalia Siciliana
Amenta ha sottolineato l’assurdità della situazione: “Non è accettabile che un sindaco debba spiegare ai propri cittadini di aver raggiunto un’ottima percentuale di raccolta differenziata, magari pari all’80%, e poi annunciare l’aumento della tariffa”. Questa contraddizione è stata definita dall’ANCI Sicilia come “l’anomalia della gestione dei rifiuti in Sicilia”, un problema che non richiede ulteriori approfondimenti per essere compreso.
Palermo e Catania: le spine nel fianco della differenziata
Se le discariche sono sature, come nel caso di Lentini, e i rifiuti devono essere trasferiti altrove a spese dei contribuenti, è evidente che la raccolta differenziata non è ancora ottimale in tutta la regione. Amenta ha fornito un dato significativo: su 391 comuni siciliani, 303 hanno superato il 65% di raccolta differenziata. Tuttavia, il problema persiste nelle grandi città, in particolare a Palermo e Catania. Messina sta compiendo progressi, superando il 50%, ma la media regionale si attesta al 55%.
Piattaforme di riciclo: chiave per il futuro
Una delle principali criticità del sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia è la mancanza di impianti per il riciclo. Amenta ha auspicato che il piano regionale investa massicciamente nella differenziata, dando priorità alla costruzione di piattaforme di valorizzazione del riciclo dei rifiuti, in grado di trasformare gli scarti in prodotti riutilizzabili.
L’Esempio virtuoso della Toscana
Amenta ha citato l’esempio della Toscana, una regione che, con una percentuale di raccolta differenziata vicina al 60% e una popolazione di 5 milioni di abitanti, riesce a far rientrare nei bilanci dei comuni 200 milioni di euro grazie a un sistema organizzato di piattaforme e commercializzazione dei rifiuti. Questo si traduce in una riduzione della tariffa per i cittadini. Per questo motivo, il presidente dell’ANCI Sicilia ha auspicato che il piano regionale consideri prioritaria la costruzione di impianti di prossimità.