Le acque cristalline dell’arcipelago Eoliano, patrimonio UNESCO, sono minacciate da una piaga silenziosa: l’invasione dei FADs (Fisching Aggregating Devices), noti anche come “cannizzi” nel dialetto locale. Si tratta di attrezzi da pesca illegali che, sebbene vietati, infestano i fondali marini delle Eolie, mettendo a rischio l’ecosistema e la sicurezza della navigazione.
Come funzionano i FADs e perché sono dannosi
I FADs sono costituiti da una struttura galleggiante, spesso realizzata con materiali di recupero come bidoni di plastica e fogli di palma, ancorata al fondale marino. La loro funzione è quella di attirare diverse specie ittiche, in particolare durante lo stadio giovanile, che cercano riparo all’ombra della struttura. I pescatori, poi, utilizzano reti a circuizione, come il cianciolo, per catturare in modo indiscriminato i pesci aggregati sotto i FADs.
Un impatto devastante sulla fauna marina
Questa pratica di pesca non selettiva ha un impatto devastante sulla fauna marina. I FADs, infatti, non solo catturano le specie bersaglio, come le lampughe, ma intrappolano anche un gran numero di specie protette e giovanili, impedendo loro di riprodursi e decimando le popolazioni ittiche. Tra le specie più colpite ci sono sugherelli, carangidi, pesci pilota e pesci balestra.
Un pericolo per l’ecosistema e la navigazione
I FADs rappresentano una minaccia anche per l’ecosistema marino. I materiali plastici di cui sono composti, infatti, si degradano lentamente nell’ambiente, trasformandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare con conseguenze ancora poco conosciute. Inoltre, i FADs abbandonati o persi dai pescatori diventano trappole mortali per tartarughe, uccelli marini e altri animali che rimangono impigliati nelle cime e nelle reti. Infine, i FADs alla deriva rappresentano un pericolo per la navigazione, soprattutto per le piccole imbarcazioni.
L’appello di Filicudi Wildlife Conservation
L’associazione Filicudi Wildlife Conservation, da anni impegnata nella tutela dell’ambiente marino delle Eolie, lancia un appello per fermare questa pratica di pesca illegale e chiede l’istituzione di un’area marina protetta per tutelare la biodiversità di questo prezioso patrimonio naturale. L’associazione ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere l’istituzione di un’area marina protetta nelle Isole Eolie, che ha già raccolto quasi 7000 firme.
Unisciti alla lotta per la tutela del mare Eoliano
Per firmare la petizione e sostenere la campagna di Filicudi Wildlife Conservation è possibile visitare il sito web www.filicudiconservation.com o la pagina Facebook dell’associazione. La protezione del mare Eoliano è una responsabilità di tutti: è il momento di agire per garantire un futuro a questo tesoro del Mediterraneo.