A Palermo i vincitori del Premio Letterario Giornalistico “Nadia Toffa” 2025

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PALERMO. L’Ex Oratorio SS. Elena e Costantino a Palermo ha accolto la cerimonia di premiazione della quarta edizione del Premio Letterario Giornalistico “Nadia Toffa” ideato dall’associazione Archètipa di Antonietta Greco, e condotta dalla giornalista Daniela Tornatore, con 15 opere finaliste per le sezioni giornalismo, narrativa e poesia.

Le opere premiate sono state selezionate per il loro valore narrativo, l’impegno civile e la capacità di interpretare lo spirito del premio dedicato alla nota giornalista e conduttrice, dando voce a storie che esplorano verità scomode, testimonianze, coraggio personale e sociale, con uno sguardo attento alle fragilità e alla forza dell’essere umano, con particolare attenzione al mondo delle donne.

Per la sezione giornalismo il vincitore è Giammarco Menga con “Il delitto di Saman Abbas. Il coraggio di essere libere” (Newton Compton Editori). “Un giornalismo d’inchiesta ben documentato e coinvolgente. Pagine in cui una storia crudele viene raccontata con immensa sensibilità. Scrive Giammarco Menga: ‘Custodisco questa esperienza di vita ormai impressa sulla pelle, un po’ come ‘henné che Saman amava disegnare sulle braccia delle compagne di classe ma che, nel mio caso, non si cancella con acqua e sapone. Resta indelebile.” E la storia di Saman resta indelebile” si legge nella motivazione del Premio. A Menga è andato anche il Premio dipinto a mano dall’artista Roberto Fontana, curato dalla galleria d’arte contemporanea di Palermo, il Casino delle Muse del critico d’arte Giuseppe Carli: una Moleskine, oggetto iconico legato al taccuino e alla scrittura.

Per la sezione narrativa la vincitrice è Chiara Ferraris con “La signora dei neroli”. “Con uno stile intenso e poetico che cattura e avvolge il lettore, Chiara Ferraris ci racconta la storia potente di Emma, libera, determinata che ha avuto il coraggio di osare” si legge nella motivazione del Premio.

Per la sezione poesia la vincitrice è Stefania Giammillaro con “Errata complice”. “Incentrata sul tema tanto difficile quanto spinoso della violenza all’interno di una relazione amorosa, la scrittura di Stefania Giammillaro procede attraverso una coraggiosa e attenta autoanalisi, fino all’approdo nel porto dell’amore divino che risana ogni ferita” si legge nella motivazione del Premio.

Riconoscimenti speciali e il Premio Donna 2025 sono stati conferiti a diverse donne e uomini che si sono distinti nel mondo della cultura, del sociale e del giornalismo. Alla psicologa e criminologa, Flaminia Bolzan, il Premio Donna 2025, come “eccellenza nell’universo femminile, esempio di grande professionalità, determinazione e sensibilità” si legge nella motivazione del Premio. Premio speciale “Nadia Toffa” a Vera Squatrito, madre di Giordana Di Stefano, uccisa dall’ex con 48 coltellate, oggi presidente dell’associazione “Io sono Giordana”, “per avere dato un senso al più grande dolore che una madre possa provare” si legge nella motivazione del Premio. Premio speciale “Archetipa” a Vincenzo Perricone, presidente della Fondazione Siciliando, “per la promozione della bellezza della Sicilia nel mondo e per l’impegno sociale”, si legge nella motivazione del Premio.
Dichiarazioni
“Per me vincere questo Premio ha un sapore speciale, soprattutto per i valori universali che ci lascia Saman. Che cos’è la libertà? Che può non essere scontata per tutti. Che cos’è l’amore? Che cos’è il coraggio delle proprie idee? Tutto questo c’è nel mio lavoro di Saman Abbas di cui mi sono occupato prima in televisione per Quarto Grado, e poi tramite questo lavoro giornalistico d’inchiesta che spero abbia dato la possibilità a questa ragazza di raccontarsi nonostante abbia perso la vita a soli 18 anni per mano di una famiglia che doveva proteggerla e che invece l’ha ingannata e poi l’ha uccisa. Faccio un augurio alle Saman che si possono ancora salvare di trovare il coraggio magari anche tramite la lettura del mio libro. Ce ne sono tante Saman in Italia e nel mondo che possono autodeterminarsi, e magari fuggire da quelle famiglie che le tengono oppresse”, dichiara Giammarco Menga, vincitore per la sezione giornalismo del Premio Nadia Toffa 2025.
“Il mio romanzo parla di un personaggio femminile che alla fine dell’800 da semplice raccoglitrice di fiori d’arancio d’amaro nel ponente ligure diventa un’imprenditrice per sfidare quelli che sono i canoni dell’epoca, le possibilità a cui la donna in quell’epoca poteva ambire. Io ho voluto disegnare un personaggio che fosse molto determinato, ma soprattutto ho voluto disegnare una donna che credesse molto nel proprio valore. Al di là delle proprie capacità individuali che possono essere molteplici il messaggio di Emma per le giovani donne di oggi è credere nel proprio valore, lottare per esso, non farsi mettere i piedi in testa, non lasciarsi soggiogare da chi crede di determinare il valore di una donna a prescindere”, dichiara Chiara Ferraris, vincitrice per la sezione narrativa del Premio Nadia Toffa 2025.

“Il mio libro tratta la tematica della violenza di genere sotto il profilo psicologico. È una grande gioia aver conseguito questo Premio. Nel mio libro ho voluto scardinare le barriere della vergogna, del pregiudizio, perché le pagine di cronaca nera sono sempre più piene di femminicidi, però spesso si fa fatica a rendersi conto che prima di arrivare alla violenza fisica, c’è una violenza più profonda, non visibile, quella psicologica. Forse se si intervenisse su quel piano si potrebbero prevenire tanti eventi catastrofici successivi. Lo scopo del mio libro è quello di essere foriero di un messaggio di amore, amore verso sé stessi, per trovare la giusta misura per trovare l’amore giusto, che non è altro che un bellissimo completamente di ciascun’anima. A chi ama troppo è dedicato il mio libro. Il consiglio che mi sento di dare è di non trovare le risposte nell’altro. Il partner ci può soltanto supportare, confortare, consigliare, ma siamo noi a dover cercare dentro di noi, perché già la sappiamo, la strada per trovare la felicità”, dichiara Stefania Giammillaro, vincitrice per la sezione poesia del Premio Nadia Toffa 2025.

“Da dieci anni dalla morte di Giordana, mia figlia, a 20 anni ha perso la vita, una vittima di femminicidio, è iniziato un percorso di rinascita attraverso l’incontro con i giovani. Ho potuto comprendere che riuscire a parlare con loro e ascoltarli, possiamo fare prevenzione. Perché attraverso la storia di mia figlia riesco a individuare quei campanelli d’allarme che sono fondamentali per i nostri giovani e per la prevenzione. Questo è il problema della nostra società: una cultura che ancora ci porta a pensare che l’uomo sia forte e la donna sia debole. Vedo tanto entusiasmo nei giovani, soprattutto riesco a trovare in loro la speranza, perché molti i percorsi rieducativi, riescono ad individuare un loro problema. Questo ci aiuta a noi operatrici di poterli aiutare. Trovo non solo un riscontro attivo, ma anche delle curiosità, delle domande, che ci portano a pensare che una speranza c’è, che la violenza la possiamo debellare grazie a loro, perché loro sono il presente e soprattutto il futuro. Quando io racconto i segnali che mia figlia ha vissuto, come quelli del controllo: il controllo del telefonino, oppure controllati perché pedinati nel momento in cui si esce da soli, aver fatto terra bruciata nelle sue amicizie, questi segnali, nel momento in cui li racconto, vedo in loro uno sguardo che dà conferma perché vivono queste cose. Le curiosità sono approfondire questi temi: Lei come si è accorta che Giordana era vittima di violenza psicologica? Questo vuol dire che hanno dei vissuti e vogliono avere la conferma di quello che loro vivono. Questo ci dà molta chiarezza di quanto il problema è forte e che lo dobbiamo combattere solo attraverso il rispetto”, dichiara Vera Squatrito, madre di Giordana Di Stefano (vittima di femminicidio) e presidente dell’associazione “Io sono Giordana”.

“Il mio libro racconta uno dei casi più dibattuti della cronaca nera italiana: il caso di Garlasco, che in questo momento sta catturando l’interesse di tantissime persone, un caso che ci lascia soprattutto tanti interrogativi. L’obiettivo del mio libro è di cercare di fornire degli strumenti alle persone per rispondere ai tanti interrogativi che ancora ci sono, cercando di evitare di perdere fiducia nel sistema giustizia. Un libro che serve per prevenire, un libro che serve per entrare dentro una vicenda da una prospettiva che non sia assolutamente voyeristica, ma che possa raccontare e permettere a tante persone di comprendere. Sul giornalismo d’inchiesta oggi: la cronaca nera non è uno show. È, se vogliamo, un termometro di quelli che sono i nostri tempi. Un approccio rigoroso è molto importante, perché dietro queste vicende c’è il dolore di tante famiglie”, dichiara la psicologa e criminologa, Flaminia Bolzan.

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