Un’alba di arresti tra Bagheria, Ficarazzi e Villabate ha messo fine alle attività di una banda di giovani specializzata in furti d’auto ed estorsioni. Sette persone sono finite in manette su ordine del Gip di Termini Imerese, al termine di una complessa e articolata indagine condotta dai Carabinieri del Gruppo di Monreale. L’accusa è pesante: furto, estorsione aggravata in concorso, ricettazione e persino spaccio di stupefacenti. Altre otto persone risultano indagate a piede libero.
Il gruppo criminale aveva messo a punto un sistema tanto semplice quanto odioso, una versione moderna e “social” del classico “cavallo di ritorno”. Il copione era quasi sempre lo stesso. Le auto, e talvolta le moto, venivano rubate prevalentemente lungo la suggestiva litoranea che collega Aspra a Mongerbino, una zona molto frequentata soprattutto durante la bella stagione. I proprietari, disperati, sporgevano denuncia. Ma la vera beffa arrivava pochi giorni dopo.
I malviventi, utilizzando profili falsi creati ad hoc su social network come Facebook, contattavano direttamente le vittime. Con fredda lucidità, avanzavano la richiesta di riscatto: una somma variabile tra i 200 e gli 800 euro per riavere indietro il proprio mezzo. Molte vittime, considerando il costo e il disagio di acquistare un nuovo veicolo, cedevano al ricatto. A quel punto, la banda forniva le indicazioni per la consegna del denaro. Solo dopo aver incassato la somma, svelavano il luogo dove l’auto o la moto era stata abbandonata, permettendone il recupero.
A insospettire gli investigatori della Compagnia di Bagheria, che hanno condotto le indagini negli scorsi mesi, è stato proprio il numero anomalo di denunce di furto seguite, a stretto giro, dalla comunicazione del ritrovamento dei veicoli da parte degli stessi proprietari. Questo schema ricorrente ha fatto scattare il campanello d’allarme.
Grazie a un meticoloso lavoro investigativo, fatto di pedinamenti, controlli su strada e attività tecniche, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire l’intera filiera criminale. L’operazione ha permesso di far luce su almeno dieci furti, quattro estorsioni andate a buon fine e due tentate, oltre a due episodi di ricettazione e tre cessioni di cocaina e hashish, a dimostrazione della poliedricità delle attività illecite del gruppo. Un sistema ben rodato che trasformava il furto di un’auto in un vero e proprio incubo digitale per i proprietari.



