Un pellegrinaggio silenzioso e commosso, fatto di piccoli gesti che pesano come macigni sul cuore. Misilmeri, nel giorno dedicato al ricordo dei defunti, non dimentica Sara Campanella e si stringe attorno alla sua tomba. Il viavai di persone è stato incessante per tutta la giornata: amici, conoscenti, ma anche semplici cittadini che hanno voluto lasciare un fiore, un peluche o un biglietto per quella giovane vita spezzata troppo presto.
Il ricordo corre a quel maledetto 31 marzo, quando Sara, studentessa universitaria piena di sogni, fu uccisa a Messina da Stefano Argentino, l’uomo che poi si sarebbe tolto la vita in carcere. Una ferita, quella del femminicidio di Sara, che sanguina ancora nel tessuto sociale non solo di Misilmeri, ma di un’intera Isola.
Davanti alla sua lapide, molti si sono fermati in preghiera, con il pensiero rivolto non solo a lei, ma a tutti i giovani la cui esistenza viene interrotta dalla violenza. Un dolore che si è mescolato, nei giorni scorsi, a un sorriso amaro: l’Università di Messina le ha conferito la laurea postuma in Tecniche di Laboratorio Biomedico. Un traguardo sognato e meritato, che Sara non ha mai potuto festeggiare, ma che oggi la rende “dottoressa” per l’eternità, simbolo di un futuro che le è stato rubato ma il cui ricordo nessuno potrà mai cancellare.



