In una giornata segnata dal dolore, un atto di straordinaria generosità ha acceso una luce di speranza. Un giovane uomo di appena 30 anni, la cui vita si è tragicamente interrotta, è diventato un eroe per altre persone in attesa di un trapianto. All’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo, la decisione della sua famiglia di donare gli organi ha permesso di salvare più vite, trasformando una perdita in un nuovo inizio.
L’intervento di prelievo multiorgano, che ha riguardato fegato e reni, è stato un’operazione complessa e delicata, portata a termine con successo grazie a un eccezionale lavoro di squadra. L’equipe dell’Unità di Anestesia e Neurorianimazione, diretta da Innocenza Pernice, ha operato con una professionalità e un’umanità che vanno oltre il dovere. Il coordinamento del personale medico e infermieristico è stato gestito da Fabio Cuccia, dimostrando ancora una volta l’eccellenza della sanità palermitana.
Momenti cruciali sono stati gestiti dalla dottoressa Giorgia Corpora, che ha seguito la procedura di accertamento della morte cerebrale e ha tenuto i contatti con il Centro Regionale Trapianti. In sala operatoria, le dottoresse Alessandra De Francesco e Laura Savatteri, insieme agli infermieri, hanno gestito le fasi del prelievo, un momento carico di emozione e responsabilità. L’espianto è stato poi eseguito da un’equipe chirurgica dell’Ismett, guidata dal dottor Pasquale Bonsignore.
Alessandro Mazzara, direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, ha voluto esprimere profonda gratitudine: “Scegliere di donare gli organi è un grande atto d’amore. Un gesto che permette di salvare più vite umane. Alla famiglia del donatore va il mio profondo ringraziamento”. Ha inoltre elogiato tutto il personale sanitario per la “straordinaria competenza e umanità dimostrate”.
Una storia che, pur nascendo da un evento drammatico, racconta la forza della solidarietà e l’importanza di una scelta che può fare la differenza tra la vita e la morte per chi attende un organo.



