Se ne è andato in silenzio, con la stessa discrezione con cui ha vissuto e lavorato, ma il suo nome resterà scritto a caratteri d’oro nella storia della medicina palermitana e internazionale. Il Professor Gaspare Parrinello ci ha lasciati la scorsa notte, al termine di una battaglia combattuta con coraggio e dignità, la stessa che infondeva ogni giorno ai suoi pazienti.
Non era solo un medico, ma un maestro. Per decenni, le aule dell’Università di Palermo e i corridoi del Policlinico “Paolo Giaccone” sono stati la sua seconda casa. Prima come dirigente medico, poi come responsabile dell’Unità di Medicina Interna e Farmacovigilanza, ha rappresentato un faro per centinaia di giovani medici e un punto di riferimento per migliaia di pazienti. La sua dedizione non conosceva orari né festività; fino all’ultimo, finché le forze glielo hanno concesso, ha onorato il camice bianco e la cattedra universitaria, spinto da una passione che era, prima di tutto, una missione.
Ma il suo contributo più grande, quello che ha superato i confini della Sicilia, è legato a un’intuizione che ha rivoluzionato il trattamento dello scompenso cardiaco. Insieme al Professor Sergio Paterna e al Dottor Pietro Di Pasquale, ha sviluppato un approccio terapeutico innovativo, basato sulla somministrazione di alte dosi di diuretici e soluzioni saline. Una “scuola palermitana” che all’inizio sembrava audace, quasi controcorrente, ma che oggi è un protocollo validato e adottato a livello globale, salvando innumerevoli vite.
Chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo di grande cultura e profonda umanità, un medico capace di ascoltare prima ancora che di curare. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile non solo nella comunità accademica e sanitaria, ma in tutta la città, che perde uno dei suoi figli più illustri. Un uomo che, con la sua ricerca e la sua abnegazione, ha insegnato a tutti come far battere il cuore, anche quando sembrava non esserci più speranza.