Per un bambino di 11 anni, gli occhi di una madre dovrebbero essere un rifugio. Per lui, invece, erano diventati la fonte dei suoi peggiori incubi. La donna, una 63enne di origini straniere ma da tempo residente in città, lo picchiava con brutalità, usando qualsiasi oggetto le capitasse a tiro, da una racchetta a una stampella. A questo si aggiungevano insulti umilianti come “non vali niente, sei posseduto, sei un diavolo”, prima di chiuderlo in casa.
Questo è il quadro drammatico emerso da una recente indagine del Tribunale di Messina, che ha portato all’allontanamento della donna dalla casa familiare. Il giudice per le indagini preliminari ha emesso un provvedimento che le vieta di avvicinarsi al figlio, sia a casa che in altri luoghi da lui frequentati.
L’incubo familiare ha raggiunto il suo culmine quando la violenza si è estesa anche alla nonna del bambino, intervenuta più volte per difendere il nipote. Durante uno di questi episodi, lo scorso luglio, la 63enne ha accoltellato la suocera. Anche il ragazzino, presente alla scena e intervenuto per proteggere la nonna, ha rischiato grosso.
È stata proprio la nonna, dopo l’aggressione, a trovare il coraggio di denunciare tutto alla Polizia. Insieme al figlio, il padre dell’undicenne, si è rivolta all’avvocato Francesco Ponzio per formalizzare la denuncia, raccontando non solo l’accoltellamento ma anche tutti i soprusi subiti dal bambino nel tempo.
Ora la madre è fuori casa e non può più fare del male al figlio, che è stato affidato alle cure del padre e della nonna paterna. Per anni, il padre aveva tentato di gestire la situazione, anche a causa delle continue minacce della compagna di portare via il bambino e tornare nel suo paese d’origine. Con il tempo, però, alle vessazioni psicologiche si sono aggiunte le violenze fisiche, rendendo la situazione insostenibile. La donna, difesa dall’avvocato Gaetano Gemelli, si prepara ora a difendersi dalle accuse.
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