Sono parole che nascono dal dolore più profondo ma che si trasformano in un inno alla gratitudine. A parlare, con il cuore in mano, è Antonino Muscarnera, il papà della piccola Carola, la bambina di 5 anni, originaria di Sciacca, scomparsa lo scorso 5 luglio a causa di un tumore cerebrale. Attraverso una lettera aperta, a nome suo e della moglie, ha voluto ringraziare l’intera comunità che li ha avvolti in un calore inimmaginabile.
“A nome nostro e della nostra piccola Carola, vogliamo stringere in un grande abbraccio tutte le persone che ci sono state accanto in questo lungo e difficile cammino”, esordisce così la lettera, un messaggio che cerca di raggiungere ogni singola persona che ha offerto un gesto, una parola, un pensiero.
Il ricordo va ai giorni difficili, resi più sopportabili da una rete di umanità straordinaria. “Abbiamo incontrato medici, infermieri, volontari, amici, conoscenti e anche volti mai visti prima che, con discrezione e affetto, ci hanno offerto aiuto, ascolto, parole e gesti che non dimenticheremo mai”. La sensazione, potente e chiara, è quella di non essere mai stati abbandonati. “In ogni sguardo, in ogni messaggio, ci siamo sentiti accolti come in una grande famiglia. Non ci siamo mai sentiti soli, ed è questo che ha reso più sopportabile anche il dolore più grande”.
Un pensiero carico di tenerezza è rivolto al mondo della scuola di Carola, un piccolo universo di affetti che ha saputo regalare un momento di pura poesia anche nel giorno più triste. “Un grazie speciale va ai bambini, compagni e in particolare la maestra di Carola, che con il lancio dei palloncini al termine del funerale ci hanno regalato un momento di tenerezza e cielo”. Un’immagine indelebile, che i genitori definiscono “un gesto che porteremo per sempre nel cuore”.
La lista dei ringraziamenti è lunga e testimonia la mobilitazione di un intero territorio. “Ringraziamo di cuore anche la Polizia, i Vigili del Fuoco, la Lilt di Cuneo, le associazioni D’arma, l’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo e tutte le testate giornalistiche che ci hanno sostenuto”. La gratitudine si estende poi alla sfera più intima e personale: “I colleghi di mamma e papà per la loro vicinanza e il loro affetto, e don Mauro, che ci ha accompagnati con parole semplici e profonde, capaci di accarezzare l’anima”.
La lettera si chiude con una promessa, quella di trasformare la generosità ricevuta in qualcosa di duraturo. La speranza di un’operazione a Parigi, per cui era stata lanciata una grande raccolta fondi, si è spenta, ma non l’amore che l’ha alimentata. “Carola non è riuscita ad arrivare all’operazione prevista a Parigi, ma tutto l’amore che abbiamo ricevuto anche attraverso la generosità di chi ha partecipato alla raccolta fondi” non andrà perduto.
L’eredità della piccola Carola vivrà proprio in questo amore. “Carola è il nostro angioletto in cielo, ma grazie a voi continuerà a far sbocciare qualcosa di bello, qui sulla terra”. Una conclusione che affida al futuro il compito di far fiorire i semi della solidarietà, nel ricordo di un sorriso che si è spento troppo presto.



