L’Italia si prepara ad affrontare una delle più intense e precoci ondate di calore degli ultimi anni. Nelle prossime ore, l’espansione dell’anticiclone di matrice sahariana, battezzato “Scipione l’Africano”, innescherà un’escalation termica che porterà le temperature a valori estremi su quasi tutto il territorio nazionale. Questo imponente campo di alta pressione agisce attraverso un meccanismo di subsidenza atmosferica: le masse d’aria, scendendo verso il suolo, si comprimono e si surriscaldano, garantendo stabilità atmosferica e un soleggiamento pressoché ininterrotto.
Dal caldo torrido all’afa opprimente: le due facce della canicola
L’impatto di questa massa d’aria rovente, proveniente direttamente dal deserto del Sahara, si manifesterà in due modi distinti. Durante le ore diurne, il paese sperimenterà condizioni di caldo torrido, caratterizzato da tassi di umidità relativamente contenuti, inferiori al 40-45%. Questa condizione, sebbene estrema per le temperature, risulta più secca.
Con il calare del sole, specialmente tra il tardo pomeriggio e le ore serali, lo scenario muterà radicalmente. L’aumento dell’umidità relativa al suolo, che potrà superare la soglia del 70%, trasformerà il caldo in afa opprimente. L’aria diventerà pesante e la temperatura percepita resterà elevata, creando un notevole disagio fisico soprattutto nei grandi centri urbani, dove il fenomeno dell’isola di calore amplifica ulteriormente gli effetti della canicola notturna.
Le previsioni nel dettaglio: città roventi da nord a sud
Il picco dell’ondata di calore è atteso tra giovedì e domenica. Le proiezioni termiche indicano il superamento diffuso della soglia dei 35°C. Le situazioni più critiche si registreranno nelle valli e nelle pianure interne. Città come Firenze e Bologna si preparano a toccare i 38°C, mentre a Roma la colonnina di mercurio potrebbe raggiungere i 37°C. Anche il Nord non sarà risparmiato: a Milano sono previsti 36°C, un valore eccezionale per la metà di giugno. Le punte massime, tuttavia, sono attese al Sud, con picchi di 40°C, e soprattutto in Sardegna, dove si potrebbero registrare valori fino a 42°C.
Questa ondata di calore, per intensità e precocità, solleva interrogativi che vanno oltre la semplice cronaca meteorologica. Sebbene un inizio di giugno così rovente possa apparire eccezionale, si inserisce in una tendenza ormai consolidata negli ultimi decenni. L’anticiclone africano, un tempo protagonista della fase centrale dell’estate, sta diventando una presenza sempre più costante e anticipata.
Ci troviamo di fronte a un processo che sposta l’asse climatico del Mediterraneo sempre più verso caratteristiche tipiche delle latitudini maghrebine, allontanandolo dal clima sud-europeo a cui eravamo abituati. L’arrivo di questa “cupola di calore” a metà giugno rischia di esaurire le energie del paese con largo anticipo, quando all’appello mancano ancora i mesi tradizionalmente più caldi, luglio e agosto.
Uno sguardo al futuro: tregua in vista, ma a caro prezzo
Non tutto il quadro è immutabile. I modelli previsionali a medio termine lasciano intravedere un possibile cambiamento a partire da lunedì 16 giugno. L’indebolimento parziale di Scipione, sotto la spinta di correnti più fresche in discesa dal Nord Europa, potrebbe portare a una graduale attenuazione della canicola.
Questa tregua, però, potrebbe avere un costo elevato. L’enorme quantità di calore accumulata durante la settimana, unita a un Mar Mediterraneo già anormalmente caldo, creerà un mix esplosivo. Il contrasto termico tra l’aria calda preesistente e quella più fresca in arrivo potrebbe innescare fenomeni temporaleschi di forte intensità, con grandinate e colpi di vento. La settimana più calda del 2025, fino ad ora, rischia di concludersi con una fase di severo maltempo.