La uccide e si lancia nel vuoto, Francesco e Mary erano una coppia “felice”

Una quiete apparente, quella di una normale mattinata, è stata squarciata da un dramma familiare che ha lasciato la comunità di Castelvetrano attonita e in silenzio. In una palazzina di via IV Aprile, si è consumato un omicidio-suicidio che ha posto fine alle vite di Francesco Campagna, 55 anni, e di sua moglie, Mary Bonanno, 50 anni. Un gesto estremo i cui contorni rimangono avvolti in un fitto mistero, celato dietro l’immagine pubblica di un’unione solida e felice, celebrata per oltre trent’anni.

L’allarme è scattato intorno a mezzogiorno di ieri. I telefoni della coppia squillavano a vuoto, un silenzio anomalo che ha messo in allarme le figlie e i parenti. Preoccupati, hanno allertato i Carabinieri della compagnia locale. Una volta giunti sul posto, i militari si sono trovati di fronte a una scena agghiacciante. La saracinesca del garage era aperta, un accesso che ha permesso loro di entrare nell’abitazione. All’interno, il corpo senza vita di Mary Bonanno, riversa a terra. Accanto a lei, una pesante chiave inglese, ritenuta dagli inquirenti l’arma del delitto.

Poco dopo, la seconda, tragica scoperta: il corpo di Francesco Campagna giaceva sull’asfalto, dopo un volo di circa dieci metri dal terzo piano dello stabile. Un suicidio che ha seguito di poco l’omicidio della moglie. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Marsala, Paolo Bianchi, procedono a ritmo serrato per ricostruire l’esatta dinamica e, soprattutto, per comprendere cosa possa aver armato la mano dell’uomo.

Francesco Campagna era un infermiere stimato, in servizio presso il reparto di chirurgia d’urgenza dell’ospedale Villa Sofia di Palermo. Mary Bonanno, invece, dedicava la sua vita ai più fragili, lavorando come assistente alla comunicazione per l’infanzia all’istituto “Giuseppe Di Matteo”. Due vite professionalmente realizzate, tre figlie, due nipotine. Eppure, dietro questa facciata di normalità, qualcosa si era incrinato.

Il comandante dei Carabinieri di Castelvetrano, Giovanni Mantovani, ha confermato che “non risultano denunce o querele pregresse da parte di uno dei coniugi o segnalazioni su possibili dissidi”. Un dato che si scontra con le testimonianze raccolte nell’ambiente di lavoro dell’uomo. Alcuni colleghi di Villa Sofia, sconvolti, hanno raccontato che da circa due anni Francesco parlava di difficoltà. “Lamentava problemi economici che pesavano sul bilancio familiare e la gelosia della moglie per via del suo carattere vivace”, riferiscono. Queste confidenze, mai sfociate in richieste d’aiuto ufficiali, potrebbero rappresentare la chiave di lettura di una furia omicida tanto improvvisa quanto devastante. Gli inquirenti, al momento, non confermano alcuna ipotesi, mantenendo il massimo riserbo.

Chi li conosceva li descrive come inseparabili, “buoni e generosi”. Rosy Costa, cugina della vittima, è distrutta dal dolore. “Erano una coppia splendida”, racconta tra le lacrime. “La gioia per le figlie e poi la felicità incontenibile per l’arrivo dei nipotini. Non riesco a capire perché”. I profili social della coppia restituiscono l’immagine di un amore vivo, fatto di sorrisi, viaggi e momenti condivisi. Spicca, con agghiacciante ironia, un post pubblicato da Francesco nel 2016: uno scatto con la moglie, accompagnato da una grafica contro la violenza sulle donne.

Un dettaglio emerso nelle ultime ore aggiunge un ulteriore tassello al puzzle: pare che da qualche giorno l’uomo si fosse temporaneamente allontanato da casa, trasferendosi in un’abitazione di famiglia vicino Marinella di Selinunte. Un allontanamento che potrebbe essere il preludio della tragedia. Ieri mattina, il suo ritorno nella casa di via IV Aprile, dove ha incrociato la moglie prima che lei uscisse per andare al lavoro. Lì, si è consumato l’epilogo. Le salme si trovano ora presso l’obitorio del cimitero di Castelvetrano, a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti autoptici. La comunità, intanto, si interroga su come un amore così lungo possa essersi trasformato in un abisso di violenza, lasciando dietro di sé solo dolore e domande senza risposta.

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