I mafiosi potranno perdere i figli minori, approvata la legge all’Ars

Una svolta legislativa epocale per la Sicilia: la Regione ha approvato all’unanimità la legge “Liberi di scegliere”, un provvedimento che mira a offrire una via d’uscita ai minori cresciuti in contesti di criminalità organizzata. Questa norma, pur non intervenendo sul piano penale, di competenza dei tribunali per i minorenni, fornisce un cruciale strumento di sostegno sociale. L’obiettivo è consentire a mogli, compagne e, soprattutto, figli di individui legati a Cosa Nostra di affrancarsi da un ambiente criminale e da una cultura mafiosa opprimente.
Un passo legislativo storico per la sicilia
L’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) ha dimostrato una notevole coesione politica, approvando senza voti contrari una legge dalle profonde ricadute sociali. Il testo normativo si propone come un argine al proselitismo mafioso, offrendo ai giovani e ai loro familiari che desiderano dissociarsi dalle logiche criminali un supporto concreto da parte delle istituzioni regionali. Si tratta di un segnale forte, che riconosce la possibilità di un futuro diverso per chi nasce in contesti difficili, spezzando la catena di un destino che sembrava già scritto. L’iniziativa legislativa trae ispirazione da un protocollo d’intesa originato a Catania, frutto della visione e dell’esperienza del presidente del Tribunale per i Minorenni etneo, Roberto Di Bella.
Il plauso bipartisan e le voci istituzionali
L’approvazione della legge ha raccolto il consenso unanime del mondo politico. Mimmo Turano, assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale, ha espresso viva soddisfazione, sottolineando come “Liberi di scegliere” offra “una concreta alternativa di vita e prospettiva di riscatto”. Turano ha evidenziato l’importanza di contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, promuovendo la cultura della legalità a partire dai banchi di scuola. Un plauso è giunto anche da Antonello Cracolici, presidente della Commissione Antimafia all’Ars, il quale ha commentato: “È il segnale concreto che nessuno ha un destino segnato per sempre e che dalla mafia si può uscire”. Anche Giuseppe Lombardo, deputato regionale di Grande Sicilia, ha definito l’approvazione un “atto di grande maturità e responsabilità politica”, evidenziando come la legge elevi a sistema normativo prassi virtuose già sperimentate, consolidando un modello di intervento coordinato per la protezione dei minori.
Oltre la legge: la proposta per una giornata nazionale antiracket
Parallelamente all’approvazione di “Liberi di scegliere”, l’Ars ha compiuto un ulteriore passo significativo, licenziando una legge voto indirizzata al Parlamento nazionale. Questa seconda iniziativa legislativa propone l’istituzione di una Giornata Nazionale Antiracket, da celebrarsi il 10 gennaio. La data scelta è altamente simbolica: commemora Libero Grassi e il giorno in cui l’imprenditore, con una coraggiosa lettera pubblicata sul Giornale di Sicilia, denunciò le richieste estorsive alla sua azienda. Come sottolineato da Cracolici, questa giornata servirebbe a ricordare il coraggio di chi non ha piegato la testa alla protervia mafiosa.
Ombre e auspici: le sfide dell’attuazione
Nonostante l’entusiasmo generale, alcune voci hanno sollevato questioni cruciali relative alla fase attuativa. Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Ars e componente della commissione regionale Antimafia, pur lodando l’unità d’intenti, ha espresso l’auspicio che la nuova legge non subisca la stessa sorte di normative precedenti, rimaste inapplicate per la mancata emanazione dei decreti attuativi. Ha inoltre sottolineato la necessità di dotare la Regione di un numero adeguato di assistenti sociali e psicologi per supportare efficacemente i percorsi di affrancamento. Sulla stessa linea, il deputato M5S Carlo Gilistro ha posto l’accento sui rischi che corrono i giovani in contesti mafiosi e in quelli caratterizzati da deprivazione socioculturale, invocando la creazione di spazi di aggregazione sociale per contrastare fenomeni come il ritiro sociale e la dipendenza dal digitale.
Un futuro da scrivere: la speranza di un cambiamento
La legge “Liberi di scegliere” rappresenta, dunque, una pietra miliare. Essa istituisce una rete integrata che coinvolge Prefetture, autorità giudiziaria, forze dell’ordine, servizi sociali e istituzioni scolastiche. L’efficacia di questo strumento dipenderà dalla sua concreta implementazione e dalla capacità del sistema di offrire reali alternative. L’auspicio è che possa realmente cambiare il destino di molti giovani siciliani, offrendo loro la libertà di scegliere un percorso di vita lontano dalle logiche criminali.