La Corte di Assise di Appello ha confermato la condanna all’ergastolo per Luana Cammalleri e Pietro Ferrara, accusati dell’omicidio di Carlo La Duca, marito della Cammalleri e amico di Ferrara. La vittima è scomparsa da Cerda nel gennaio 2019 e il suo corpo non è mai stato ritrovato. La Corte ha confermato l’impianto accusatorio del processo di primo grado, ritenendo che il movente del delitto non sia stata la relazione extraconiugale tra i due imputati, bensì un mix di disprezzo, gelosia e interesse economico da parte della Cammalleri.
Le motivazioni della sentenza: un alibi di menzogne
Le 80 pagine di motivazioni depositate ad ottobre dalla Corte presieduta da Sergio Gulotta, sottolineano come la difesa dei due imputati, basata sulla negazione del delitto e su appelli pubblici per il ritorno della vittima, sia stata considerata “costruita sulla sabbia” e piena di menzogne. Secondo i giudici, Cammalleri e Ferrara, soprannominati “gli amanti diabolici”, avrebbero costruito un falso alibi per sviare le indagini.
La ricostruzione dell’omicidio e la scomparsa del vorpo
La Corte ha ricostruito gli eventi del 31 gennaio 2019, giorno della scomparsa di La Duca, sottolineando che il mancato ritrovamento del corpo costituisce un ulteriore indizio di colpevolezza degli imputati. Solo loro, infatti, avrebbero avuto la necessità di far sparire il cadavere per simulare un allontanamento volontario della vittima. La versione fornita dagli imputati è stata definita “irricevibile” per la sua illogicità.
L’ultimo viaggio di La Duca e il ruolo di Ferrara
Carlo La Duca era uscito di casa il 19 gennaio 2019 per raggiungere la nuova compagna a Cinisi. La sua auto è stata ritrovata a Cardillo, dopo una sosta a Ciaculli, luogo in cui si presume sia avvenuto l’omicidio. Le indagini indicano Pietro Ferrara come l’ultima persona ad aver visto La Duca, alla guida della sua Volkswagen Golf, seguito dalla Fiat Punto bianca guidata da Luana Cammalleri, come documentato da alcune telecamere di sorveglianza.