Monreale si stringe nel dolore per l’ultimo saluto ai tre giovani vittime della strage del 27 aprile. Una cerimonia funebre carica di commozione, ma anche di rabbia e interrogativi irrisolti. L’assenza di pattuglie delle forze dell’ordine nella notte della sparatoria è un paradosso che pesa come un macigno sulla comunità monrealese. Molti cittadini, e soprattutto i familiari delle vittime, si chiedono come sia stato possibile lasciare sguarnito un centro affollato di giovani in occasione dell’inizio dei festeggiamenti del Santissimo Crocifisso.
“Se ci fosse stata una presenza, anche minima, di polizia, carabinieri o polizia municipale, forse questa tragedia si sarebbe potuta evitare”, è il pensiero ricorrente tra i presenti alle esequie in cattedrale. Un’amarezza palpabile, che si trasforma in grido di dolore nelle parole di Ilenya Galante, cognata di Andrea Miceli: “Chiediamo giustizia! Com’è possibile che non ci fosse nemmeno una pattuglia?”. Un appello accorato ai giovani accompagna il suo sfogo: “Se vi vogliono rubare il motorino o il cellulare, lasciate perdere, andate via. La vita è più importante di ogni cosa materiale”.
Parole cariche di dolore e rabbia anche quelle di Marco Pirozzo, fratello di Massimo, una delle vittime. “Si parla di perdono – ha detto con voce rotta dall’emozione – ma come si fa a perdonare una cosa del genere? La nostra unica speranza è che venga fatta giustizia. Altrimenti, come potremo andare avanti?”. Un’assenza, quella delle istituzioni, che pesa ancora di più nell’animo dei familiari. “Nessuno di chi ci governa si è fatto sentire, come se nulla fosse accaduto”, ha aggiunto con amarezza. Straziata dal dolore, la mamma di Massimo, Antonella Ciolino, ricorda il figlio: “Masinu era bello come il sole, un ragazzo buono e amato da tutti, felice della sua vita”.
Ora, oltre al dolore immenso, restano le responsabilità, non solo penali, ma anche morali. In una serata di festa, con tanti giovani in giro, perché non è stata prevista una maggiore presenza delle forze dell’ordine? Monreale, durante i festeggiamenti del Santissimo Crocifisso, è da sempre meta di numerosi ragazzi e i locali sono affollati. Non è la prima volta che si verificano episodi di violenza. Perché, dunque, non si è ritenuto necessario garantire un adeguato controllo del territorio?