“In pochi istanti non è capito più niente. Tavolini che volavano per aria, gente che gridava, ragazzine impaurite che piangevano a dirotto. E ancora bottiglie che venivano lanciate. E’ stato orribile…”. A dirlo è un ragazzo che nella notte ha assistito alla rissa, scoppiata nel centro di Monreale, e sfociata nella sparatoria con tre morti.
E’ ancora molto scosso, a tratti piange: ha da poco compiuto 18 anni. “Ero con i miei amici per bere qualcosa – racconta all’Adnkronos – quando è successo di tutto Io non ero vicinissimo ma ho sentito le urla, le bottiglie che si rompevano, e poi ho sentito gli spari. Sembravano fuochi d’artificio. In pochi istanti sono scappati tutti. Sembrava il finimondo”.
A tratteggiare il profilo delle tre vittime – Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvatore Turdo.- è invece l’ex comandante della polizia municipale di Monreale, Castrenze Ganci: “Ancora fatico a crederci. Erano tre bravi ragazzi. E non è solo un modo di dire. Tutti e tre facevano parte della congregazione del Santissimo Crocifisso e nei prossimi giorni avrebbero portato la vara del Santo”.
Il triplice omicidio è avvenuto a due passi dal Duomo. “Purtroppo ci sono poche telecamere nella zona e la gente si sente sempre meno sicura”, aggiunge. “E’ una perdita per tutti, erano tre bravissimi ragazzi, tutti giovani e per bene, provenienti da famiglie per bene. Sembra che possa accadere agli altri e invece poi succede anche nella tua città”, conclude Ganci.