Un nuovo svincolo stradale, quello che serve per accedere al centro commerciale Forum e a Brancaccio, atteso da tempo, rimane inagibile a causa della presenza di una massiccia quantità di rifiuti accumulatisi nel corso di due decenni. La situazione, paradossale, ha spinto le autorità ad avviare le procedure per la bonifica dell’area. L’opera, ormai completata, è soprannominata “svincolo della vergogna” a causa del degrado che la circonda.
Come dice il Giornale di Sicilia, la presenza di amianto tra i rifiuti rappresenta la principale preoccupazione. Per questo motivo, una ditta specializzata di Alcamo, selezionata tramite bando comunale, ha avviato le analisi per determinare la natura dell’amianto presente: se compatto o friabile. Questa informazione è fondamentale per stabilire la procedura di bonifica più adeguata e i relativi costi.
La differenza di costo tra le due procedure di bonifica è significativa. Se l’amianto fosse compatto, la rimozione sarebbe più semplice e il costo si aggirerebbe intorno ai 100 mila euro. Nel caso di amianto friabile, invece, la procedura diventerebbe più complessa e onerosa, con una stima che potrebbe raggiungere i 500-600 mila euro. Questo perché tutti i rifiuti dovrebbero essere trattati come speciali, con conseguente aumento dei costi di smaltimento.
Il primo prelievo di campioni è stato effettuato lunedì, seguito da un secondo intervento con una macchina perforatrice. I campioni verranno analizzati da laboratori specializzati e i risultati, attesi entro una settimana, saranno trasmessi all’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP). L’ASP, in collaborazione con la RAP (azienda di raccolta rifiuti), vigilerà sull’intero processo, garantendo il rispetto delle normative ambientali e sanitarie.
Alcuni cittadini hanno criticato l’amministrazione comunale per i ritardi nell’intervento. L’assessore all’Ambiente, Pietro Alongi, ha replicato sottolineando la necessità di effettuare le analisi preliminari per valutare la natura dei rifiuti e scegliere la procedura di bonifica più appropriata. Questa scelta, seppur allunghi i tempi, permetterà di ottimizzare i costi dell’intervento, evitando sprechi di denaro pubblico. Secondo Alongi, procedere direttamente con la procedura più costosa, senza conoscere la reale composizione dei rifiuti, sarebbe stato un errore.