Si salirà in cima alla Torre dell’acqua di Aspra, e qualcuno se la ricorderà in “Baarìa” di Giuseppe Tornatore; che volle come sfondo anche uno dei pannelli di Minico Ducato, il pittore di “masciddara” protagonista della bottega-museo. Ritorna la putìa dove lavorò da bambino il poeta Ignazio Buttitta e per la prima volta, entrano nel festival le sale del Museo Guttuso a Villa Cattolica; aprono alcuni palazzi che furono il buen retiro dei nobili signori, l’eccentrica Villa Palagonia con i suoi mostri, l’anno scorso uno dei luoghi più visitati dell’intero festival.
Tra trekking e snorkeling
E i percorsi fuori porta; il trek&snork da monte a mare, il battesimo dell’acqua a Porticello. Da non perdere, questa quinta edizione delle Vie dei Tesori: undici luoghi, sette esperienze, per indagare la città attraverso i suoi palazzi, divenuti musei, centri universitari, oppure aperti ai visitatori che cercano l’anima degli antichi padroni.
Un festival di successo
Tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che quest’anno diventa maggiorenne: era il 2006, infatti, quando nasceva la prima edizione a Palermo, ma Le Vie dei Tesori sono poi cresciute di anno in anno, allargandosi a tutta la Sicilia, facendo i conti con la pandemia, ma senza fermarsi mai.
Reti e sinergie
Si parte sabato 14 settembre e si va avanti, sabato e domenica, fino a domenica 29: Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappacificazione dei cittadini con il territorio, della partecipazione di centinaia di giovani. Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole, nell’ultimo anno (2023) si è registrato un indotto di oltre 7 milioni e mezzo di euro, oltre 300 mila euro a Bagheria, con un indice di gradimento del pubblico che ha superato il 90%. Il festival è stato confermato nel calendario biennale degli eventi di grande richiamo turistico della Regione Siciliana.
Un festival che costruisce reti: a Bagheria, come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor e l’USR (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione dei giovani, la rassegna ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, atenei, comuni, Diocesi, istituzioni, proprietari di palazzi nobiliari. Con il progetto satellite Terre dei Tesori apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
Un’opportunità per Bagheria
“Accogliere nuovamente il festival Le Vie dei Tesori nella nostra città è motivo di grande orgoglio e una straordinaria opportunità per Bagheria. Questo evento non solo valorizza il nostro patrimonio storico e culturale, ma rappresenta anche un’importante spinta per il tessuto economico locale, le attività commerciali, le strutture ricettive e tutte quelle realtà che fanno parte del nostro indotto turistico – dice il sindaco di Bagheria, Fillippo Maria Tripoli – “Vie dei Tesori è un progetto che sa fare rete, creando collaborazioni preziose e rilanciando il territorio attraverso un turismo sostenibile e di qualità. Bagheria, con i suoi luoghi iconici come Villa Palagonia, il Museo Guttuso e tanti altri tesori nascosti, è pronta a mostrare il meglio di sé e a offrire ai visitatori esperienze uniche. Ringraziamo tutti coloro che, con il loro impegno, contribuiscono alla realizzazione di questo evento, consolidando la nostra città come meta di eccellenza nel panorama culturale siciliano”.
In crescita ogni anno
“Siamo giunti alla quinta edizione de Le Vie dei Tesori a Bagheria – sottolinea l’assessore alla Cultura nonché vicesindaco, Daniele Vella – “Ogni anno un circuito in crescita, arricchito da nuovi luoghi della cultura e nuove esperienze. Anche questo anno si aggiungono tesori inediti e non ancora aperti al pubblico. Tra le Ville comunali inseriamo Villa Aragona Cutò e la possibilità di visitare nella sua completezza il Museo Guttuso. Tra i luoghi di proprietà dei privati per esempio una bellissima e antica Torre dell’acqua, la Putia di Ignazio Buttitta o la bottega museo “Minico Ducato”