La risposta dello Stato non si è fatta attendere. Dopo il brutale omicidio di Paolo Taormina, il giovane freddato davanti al pub di famiglia, i quartieri Zen 1 e 2 di Palermo si sono svegliati questa mattina avvolti da un imponente dispiegamento di forze dell’ordine. Un’operazione ad alto impatto che suona come un messaggio forte e chiaro in un territorio ferito e sotto tensione.
Decine di uomini di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno setacciando palmo a palmo i “casermoni” di via Costante Girardengo e delle aree circostanti, la stessa zona dove risiede il presunto assassino, il ventottenne Gaetano Maranzano. L’obiettivo è duplice e preciso: scovare armi e droga, bonificando un’area troppo spesso percepita come una zona franca.
A sorvegliare dall’alto, il ronzio incessante degli elicotteri che da ore perlustrano il dedalo di edifici, inviando immagini in tempo reale alle sale operative per guidare le squadre a terra. L’azione non è affidata solo agli uomini, ma anche al fiuto infallibile delle unità cinofile, specializzate nella ricerca di esplosivi e sostanze stupefacenti, che si muovono agili tra cantine, androni e appartamenti.
Ma l’operazione va oltre la semplice caccia ad arsenali e piazze di spaccio. Sotto la lente degli investigatori finiscono anche i soggetti già noti e destinatari di misure di prevenzione, per verificare il rispetto delle prescrizioni. Parallelamente, vengono passate al setaccio le attività commerciali del quartiere, con un focus meticoloso su licenze, autorizzazioni e regolarità amministrative, per riaffermare un principio di legalità a 360 gradi.



