Un finale di turno da incubo, di quelli che ti fanno chiedere se valga ancora la pena fare questo mestiere. È l’esperienza terrificante vissuta ieri sera da un autista dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico di Palermo. L’uomo, mentre si trovava alla guida del suo autobus nel cuore del quartiere Zen, si è visto puntare contro la canna di una pistola da due ragazzi incappucciati.
Erano circa le 19:30 di martedì 24 ottobre. L’autobus stava transitando lungo via Castelletti, una delle arterie interne del rione San Filippo Neri. All’improvviso, uno scooter SH con a bordo due giovani dal volto coperto ha affiancato il mezzo pesante. Un’azione fulminea e apparentemente immotivata, che si è trasformata in pochi istanti in puro terrore.
“Li avevo proprio davanti a me”, ha raccontato l’autista, ancora sotto shock, ai colleghi e alle forze dell’ordine. “Impugnavano una pistola. Nel momento esatto in cui ci siamo incrociati, me l’hanno puntata addosso e hanno premuto il grilletto”.
Un colpo è partito, ma fortunatamente non ha mandato in frantumi il vetro né ha ferito nessuno. Solo in un secondo momento si è capito che l’arma era una pistola a piombini, una replica innocua ma indistinguibile da un’arma vera in quei drammatici secondi. Nonostante lo spavento mortale, l’autista ha dimostrato un incredibile sangue freddo: ha mantenuto il controllo del bus, ha proseguito la sua corsa fino al capolinea e, una volta al sicuro, ha immediatamente lanciato l’allarme alla centrale operativa dell’Amat e richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.


