Favara è una città con il fiato sospeso. L’angoscia stringe il cuore di un’intera comunità che da questa mattina attende notizie di Marianna Bello, la donna letteralmente inghiottita dalla furia di un’improvvisa bomba d’acqua che ha messo in ginocchio la città.
Le operazioni di ricerca, scattate immediatamente, non si sono mai interrotte, trasformando l’area in un quartier generale a cielo aperto. Si lavora senza sosta, con la speranza di ritrovare Marianna viva. L’ipotesi più accreditata è che la corrente l’abbia trascinata in un grande canalone di scolo, che si dirama verso il depuratore comunale da un lato e verso il letto del fiume Naro dall’altro.
Un imponente dispiegamento di forze sta setacciando palmo a palmo il territorio. In prima linea ci sono i Vigili del Fuoco, presenti con tutte le loro specializzazioni: dalle squadre fluviali alle unità cinofile, fino al nucleo TAS (Topografia Applicata al Soccorso). A sorvolare l’area anche un elicottero decollato da Catania, per fornire una visione cruciale dall’alto. A loro si sono uniti Carabinieri, Polizia, la Protezione Civile regionale e un numero crescente di associazioni di volontariato provenienti da tutta la provincia di Agrigento.
Ma a cercare Marianna non sono solo i professionisti del soccorso. Per le strade, a sfidare il fango e il dolore, ci sono tantissimi cittadini comuni, con in testa il sindaco Antonio Palumbo. Ognuno cerca di dare il proprio contributo, perlustrando anfratti e canali, mossi da un senso di solidarietà che commuove. Al momento, però, della donna non c’è alcuna traccia.
La dinamica della tragedia è stata ricostruita anche grazie a un video e a una testimonianza straziante. Tutto è accaduto in pochi, drammatici istanti. Marianna, forse spaventata dalla violenza dell’acqua che circondava la sua auto, ha deciso di scendere per cercare riparo presso un vicino fruttivendolo. Una scelta che si è rivelata fatale: la corrente impetuosa non le ha lasciato scampo.
La scena, terribile, si è consumata sotto gli occhi di un commerciante della zona. “Ho visto l’acqua che la portava via, risucchiandola verso il canalone. Ho tentato di afferrarla, ma è stato impossibile”, ha raccontato l’uomo, ancora sotto shock. Le sue parole descrivono la potenza inaudita di un evento climatico che ha sconvolto la normalità in una manciata di minuti.
E mentre le squadre di soccorso continuano a lottare contro il tempo, la città si prepara a unirsi in un momento di raccoglimento e speranza. Don Nino Gulli ha organizzato per questa sera, alle 19, una veglia di preghiera nella chiesa del Rosario in piazza Cavour. Un modo per stringersi idealmente attorno alla famiglia di Marianna e per non smettere di sperare.



