Sparatoria a Sferracavallo durante la processione, spunta un secondo ferito: “Miracolo di Cosma e Damiano”

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Una notte di terrore ha squarciato la sacralità della festa patronale, trasformando la borgata marinara di Sferracavallo in un teatro di violenza inaudita. Quella che doveva essere una celebrazione di fede in onore dei Santi Cosma e Damiano si è tramutata in un incubo, lasciando dietro di sé una scia di paura, due feriti e un’intera comunità sotto shock.

L’inferno si è scatenato poco prima dell’una di notte, tra domenica e lunedì. Mentre la processione attraversava via Torretta, un’accesa discussione davanti a un locale è degenerata in una maxi rissa. In pochi istanti, tavolini e sedie hanno iniziato a volare, seguiti da una fuga disperata dei fedeli. Il panico ha raggiunto il suo culmine quando, nel caos generale, sono echeggiati dei colpi di pistola sparati in aria e sono spuntati i coltelli.

Il bilancio parla oggi di due persone ferite. Il primo è un giovane che, poco dopo la rissa, si è presentato in ospedale con una ferita da taglio al braccio. Medicato e dimesso nella stessa notte, la sua identità si è rivelata cruciale per le indagini. Si tratta infatti del figlio del proprietario di una macelleria situata in via Caduti sul Lavoro, un’attività che, circa un’ora e mezza dopo la rissa, è diventata il bersaglio di un secondo raid. Diversi colpi di pistola sono stati esplosi contro la saracinesca dell’esercizio commerciale. Una delle pallottole ha ferito di striscio una ragazza di 21 anni, incinta, che si trovava nelle vicinanze.

Gli investigatori del commissariato San Lorenzo stanno lavorando senza sosta per ricomporre il complesso puzzle di questa notte di follia. Per ore, testimoni e persone informate sui fatti sono stati sentiti nel tentativo di delineare i contorni della vicenda, il movente e i responsabili. Al vaglio ci sono decine di video, sia delle telecamere di sorveglianza della zona sia quelli girati con i cellulari dai presenti, che potrebbero rivelarsi fondamentali per dare un volto e un nome agli autori della violenza.

Intanto, nella borgata, la paura si mescola a un sentimento di gratitudine quasi mistico. “È stato un miracolo, ci hanno salvato i nostri due Santuzzi”, mormora un residente, ancora scosso. Molti abitanti hanno aperto le porte delle loro case per offrire riparo alla folla in fuga. Un gesto di solidarietà che, però, non cancella l’amarezza e la preoccupazione. “Non si può andare avanti così”, è il grido unanime di una comunità che chiede sicurezza e risposte.

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