Un 17enne di Vittoria, figlio di un commerciante, è stato rapito giovedì sera da quattro uomini incappucciati e rilasciato meno di 24 ore dopo. Il ragazzo, ascoltato a lungo dagli investigatori, ha raccontato di essere stato trattenuto in un casolare di campagna a breve distanza dal centro abitato: dopo la liberazione, i banditi avrebbero percorso circa sei minuti in auto prima di lasciarlo in zona isolata. Da lì, il giovane ha camminato per una ventina di minuti fino a raggiungere una strada dove ha incrociato un amico, che l’ha accompagnato in commissariato.
Durante la prigionia gli sarebbero stati offerti del cibo e la possibilità di riposare per mezz’ora. Secondo il legale di famiglia, i dettagli fanno pensare a un’azione improvvisata di quattro soggetti del posto, messi in fuga dalla pronta reazione delle forze dell’ordine. Il 17enne ha riferito che i rapitori hanno sempre tenuto il volto coperto e parlavano italiano con una marcata inflessione vittoriese. Non risultano violenze fisiche, né il ragazzo sarebbe stato legato o bendato.
Il punto sulle indagini: niente riscatto, versioni imprecise sulle auto
Il procuratore della Repubblica di Ragusa, Francesco Puleio, ha fatto il punto in conferenza stampa insieme al questore Marco Giambra e al dirigente del Commissariato di Vittoria, Giovanni Di Giorgio. Smentita la voce iniziale di due Fiat Panda (bianca e nera): l’azione sarebbe partita da una Panda scura, da cui sono scesi due uomini armati e incappucciati. Il blitz è avvenuto nei pressi di una Jeep Renegade con a bordo quattro ragazzi, tra cui la vittima; altri due giovani, che parlavano vicino al suv, hanno provato a ripararsi all’interno del veicolo. I rapitori avrebbero puntato direttamente al figlio dell’imprenditore, trascinandolo fuori e caricandolo sulla Panda, dove li attendeva un terzo complice alla guida. Tutti avrebbero parlato con accento locale.
Il magistrato ha escluso misure patrimoniali a carico della famiglia: nessun sequestro di beni e, soprattutto, nessuna richiesta di riscatto. Un elemento che, al momento, allontana l’ipotesi del movente economico. La svolta non è stata frutto di un’operazione di polizia: il giovane è stato ritrovato da un amico mentre camminava, poco dopo il rilascio. Restano da chiarire il perché della scelta del bersaglio, le modalità della prigionia e la localizzazione del casolare.
“Stiamo seguendo più piste e non ne escludiamo alcuna – ha ribadito Puleio –. Ci sono ancora diversi punti oscuri”. La comunità di Vittoria, scossa dall’episodio, attende risposte. Il ragazzo è con la famiglia e continua a collaborare per ricostruire ogni dettaglio utile all’inchiesta.



