Un lutto che non trova pace e un silenzio che fa ancora più male. A oltre un anno dall’incidente in cui ha perso la vita Carmelo Iannino, 62 anni, i familiari denunciano di non aver ricevuto alcun acconto né una proposta concreta di risarcimento da parte dell’assicurazione, compagnia che assicura il veicolo ritenuto responsabile. La pratica, riferiscono, sarebbe rimasta ferma oltre i termini fissati dalla normativa, con il rischio di sanzioni da parte dell’IVASS.
Il dramma risale al 15 luglio 2024. Carmelo stava percorrendo l’A18 Messina–Catania verso sud quando, all’interno della galleria S. Alessio, si è ritrovato davanti un autocarro in avaria fermo in corsia. Ha arrestato il suo Fiorino, ma pochi attimi dopo una Ford Puma, guidata da un 24enne, è piombata a velocità elevata centrando la sua vettura e spingendola contro il mezzo pesante. L’impatto è stato fatale.
Furci Siculo, il suo paese, si è stretta subito attorno alla famiglia: ai funerali, celebrati nella chiesa madre, il sindaco ha proclamato il lutto cittadino. Carmelo era un volto noto, un vicino disponibile, una presenza discreta legata alle tradizioni: il suo nome è rimasto nel cuore di molti.
Le indagini della Procura di Messina, coordinate dalla sostituta procuratrice Anita Siliotti, hanno disposto l’autopsia, affidata al medico legale Letterio Visalli. L’esame ha stabilito che la morte è direttamente riconducibile al sinistro, con un grave trauma cranico e complicanze acute. Gli accertamenti tossicologici hanno inoltre rilevato la positività ai cannabinoidi del conducente della Ford Puma. Sulla base di questi riscontri, la Procura ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio del giovane, contestando l’aggravante dell’alterazione psico-fisica.
Nel frattempo, i familiari – assistiti dall’avvocato Sebastiano Maio e da Studio3A-Valore S.p.A. – hanno formalizzato le richieste risarcitorie. Ma, nonostante un quadro probatorio definito (verbali, autopsia, tossicologico), la compagnia, secondo quanto riferito dalla famiglia, non avrebbe rispettato l’obbligo di formulare entro 90 giorni un’offerta o un diniego motivato. Il 25 settembre 2025 sarebbero scaduti anche i termini richiamati dall’IVASS, senza riscontro.
All’udienza del 15 settembre, il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile dei congiunti e autorizzato la citazione del responsabile civile: l’assicurazione dovrà quindi rispondere direttamente anche nel procedimento penale, non solo per la dinamica dell’incidente ma anche per il comportamento tenuto nella gestione del sinistro. “In situazioni così nette – afferma Studio3A – il silenzio di una compagnia aggiunge sofferenza a sofferenza. Continueremo a sostenere la famiglia perché sia riconosciuto un equo risarcimento, insieme alla verità.”



