Omicidio in farmacia a Palermo, spara al cognato e fugge: arrestato 62enne dopo una lite per una villetta

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La polizia ritiene Giuseppe Cangemi responsabile dell’omicidio del cognato, Stefano Gaglio. Il movente sarebbe una lite familiare per una villetta. Lunedì 15 settembre, poco dopo le 9 del mattino, l’assassino ha aspettato la vittima davanti alla farmacia di via Oberdan, dove Gaglio lavorava come magazziniere. Quando è arrivato, gli ha sparato. L’uomo si è allontanato a piedi e poi in scooter verso corso Camillo Finocchiaro Aprile. Ha agito in pieno giorno, davanti a diversi testimoni.

Una telecamera della farmacia Sacro Cuore ha ripreso la scena e il volto dell’omicida. Indossava jeans, una maglietta rossa e una giacca blu. L’identikit corrisponde a un uomo di circa sessant’anni, con capelli brizzolati e corporatura robusta. Le indagini, coordinate dal dirigente della squadra mobile Antonio Sfameni, si sono concentrate da subito sul sessantaduenne Cangemi, dopo aver analizzato il contesto familiare.

Gli agenti lo hanno cercato prima nella sua abitazione nel rione Kalsa, senza trovarlo. Non si era presentato nemmeno al lavoro, presso la Rap. Infine, lo hanno rintracciato a Carini.

Anni fa, Cangemi era stato arrestato durante un’operazione antimafia a Brancaccio, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate.

Davanti al pubblico ministero Maurizio Bonaccorso e al suo avvocato, Salvino Pantuso, Cangemi ha ammesso le sue responsabilità. Ha però fornito risposte confuse, sostenendo di non ricordare con chiarezza i fatti. L’interrogatorio è proseguito fino a tarda sera. Verso le 23, è stato emesso un provvedimento di fermo per omicidio ed è stato trasferito in carcere, in attesa della convalida del gip.

Il movente dell’omicidio sembra essere una disputa sull’eredità di una villetta a Carini. Il suocero di Stefano Gaglio aveva donato l’immobile alla figlia, una decisione non accettata dagli altri parenti, che ha generato forti tensioni. Cangemi è il compagno di una delle sorelle della moglie di Gaglio.

Pochi giorni prima del delitto, c’era stata un’accesa discussione telefonica tra la vittima e il presunto assassino, con scambio di insulti. Gli inquirenti stanno verificando se questo episodio abbia innescato il piano omicida, ma valutano anche la presenza di altri rancori all’interno di rapporti familiari già tesi. Cangemi si sarebbe appostato davanti alla farmacia per poi sparare e uccidere il cognato di 38 anni, padre di due figli.

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