PALERMO – La morte di Samuele Gambino, il ragazzo di appena vent’anni che ha perso la vita nel tragico incidente di sabato scorso, ha riacceso con prepotenza i riflettori sulla pericolosità di via Pitrè. Una strada che ancora una volta si macchia di sangue e che spinge la politica a chiedere azioni immediate. A farsi portavoce della rabbia e della preoccupazione dei cittadini è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Antonino Randazzo, che ha inviato una lettera accorata al sindaco Roberto Lagalla e agli assessori competenti, Maurizio Carta e Salvatore Falzone.
La richiesta è una e non più procrastinabile: mettere in sicurezza la via per evitare che altre vite vengano spezzate. “Bisogna agire subito per fermare questa scia di sangue”, ha dichiarato Randazzo, che non si è limitato alla denuncia ma ha messo sul tavolo una serie di proposte concrete.
La prima, e forse la più impattante, è l’istituzione del limite di velocità a 30 km/h nel tratto critico compreso tra piazza Pietro Micca e il viale della Regione Siciliana. Ma non solo. Per il segmento che corre tra Piazza Micca e la cittadella della Polizia, il consigliere chiede un potenziamento radicale dell’illuminazione pubblica per migliorare la visibilità notturna, la potatura immediata degli alberi i cui rami spesso nascondono la segnaletica e un rafforzamento dei cartelli stradali.
Nella nota inviata al Comune, Randazzo insiste anche sull’installazione di dissuasori di velocità, come dossi artificiali o autovelox, per scoraggiare l’alta velocità e i comportamenti di guida pericolosi. Infine, si propone la creazione di uno spartitraffico fisico per separare le corsie, specialmente in prossimità degli incroci più a rischio. Interventi strutturali, dunque, per trasformare via Pitrè da trappola urbana a strada sicura per tutti.