Stop all’assegno di inclusione, panico in Sicilia per 156 mila famiglie

Un mese di stop, non un addio definitivo. Ma per 156 mila famiglie siciliane, che coinvolgono circa 416 mila persone, la fine di giugno segna una pausa forzata nell’erogazione dell’Assegno di Inclusione (Adi). A partire da luglio, chi ha beneficiato della misura per 18 mesi consecutivi vedrà il flusso del sussidio interrompersi, in attesa di poter presentare una nuova domanda e rientrare nei parametri previsti dalla legge.

Luglio senza assegno: l’impatto su 416 mila siciliani

Il meccanismo è previsto dalla normativa: dopo 18 mesi di fruizione, è necessario un “fermo” di quattro settimane prima di poter rinnovare la richiesta. Un’attesa che rischia di generare forte apprensione in una platea di beneficiari che finora ha contato su un importo medio di 643 euro mensili per far fronte alle necessità quotidiane. Il timore è quello di rivedere le lunghe file davanti ai patronati e ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf), uno scenario che riporta alla memoria le fasi più concitate del Reddito di Cittadinanza. La sospensione non è una cancellazione del diritto, ma una pausa burocratica che, per chi vive in condizioni di fragilità economica, può rappresentare un ostacolo significativo. Le procedure per la nuova richiesta sono già attive, ma l’accredito non sarà immediato.

La mappa del sussidio: Palermo e Catania in testa

La Sicilia si conferma una delle regioni con il più alto numero di percettori di misure di sostegno al reddito, seconda solo alla Campania. L’analisi dei dati provinciali disegna una mappa chiara della distribuzione dell’Assegno di Inclusione. Le aree metropolitane di Palermo e Catania guidano la classifica con, rispettivamente, oltre 41 mila e 30 mila nuclei familiari beneficiari. Seguono a distanza i territori di Messina, con 13.615 famiglie, Trapani (9.852) e Agrigento (9.603), a testimonianza di una necessità diffusa in tutta l’Isola. Questi numeri non rappresentano solo statistiche, ma la realtà di centinaia di migliaia di cittadini per i quali il sussidio è una componente essenziale del bilancio familiare.

La corsa al rinnovo: come riattivare il sussidio

Per poter beneficiare di un nuovo ciclo di 12 mesi di Assegno di Inclusione, le famiglie devono soddisfare requisiti precisi. È indispensabile la presenza nel nucleo di almeno un componente minorenne, con più di 60 anni, con disabilità, oppure in condizione di svantaggio grave e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali.

Sul fronte economico, la legge di Bilancio 2025 ha introdotto alcune modifiche, ampliando leggermente la platea potenziale. Per accedere all’Adi è richiesto un ISEE in corso di validità non superiore a 10.140 euro. La soglia di reddito familiare si abbassa a 8.190 euro annui per i nuclei composti esclusivamente da persone con 67 anni o più, o da familiari in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza. Un altro requisito fondamentale è la residenza in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Non solo Adi: in arrivo il Contributo di Solidarietà regionale

Mentre si gestisce la fase di transizione dell’Adi, un’altra misura di sostegno è in dirittura d’arrivo. Dalla Regione Siciliana fanno sapere che entro le prossime due settimane dovrebbero essere liquidati gli assegni del Contributo di Solidarietà, l’intervento una tantum voluto dal governo Schifani. Sul piatto ci sono 30 milioni di euro, destinati a 7.932 nuclei familiari in condizioni di grave disagio, selezionati tramite la graduatoria definitiva pubblicata dall’Irfis lo scorso 19 maggio. L’importo massimo per famiglia è di 5.000 euro, calcolato in base a reddito, composizione del nucleo e presenza di vulnerabilità. Un aiuto concreto che si affianca alle misure nazionali, cercando di offrire una rete di protezione aggiuntiva.

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